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Visualizzazione dei post da febbraio, 2011

Ha voluto vivere. La storia di Alessia. FATE I NEONATOLOGI, NON GLI INGEGNERI...

Nella mia vita mi è sempre piaciuta la sismica. Ho scelto una laurea in ingegneria dove si studiava anche qualcosa sui terremoti e su come costruire le case per fare sì che nessuno rimanga sotto i soffitti crollati per le scosse. Ma non ho mai progettato nulla, tranne qualche pezzo di autostrada o qualche galleria ferroviaria. Un subappalto di un subappalto, in subappalto: ovviamente. Eppure fare gli ingegneri vuol dire mettere in sicurezza una frana. O vuol dire progettare un’automobile di serie da 280 chilometri all’ora. O, ancora, costruire un nuovo cacciabombardiere, cercare di arginare le piene dei fiumi, disegnare una protesi, cercare un posto dove aprire una nuova discarica. Qualcuno invece fa l’imprenditore, è il capo di un’azienda, gestisce il personale. Essere ingegneri significa essere un po’ matti e creativi, logici e stralunati, sognatori, ma realisti incalliti. Poi arriva il giorno che i coefficienti di attrito, i diametri del tondino di ferro, gli algoritmi, le crava

Ha voluto vivere. La storia di Alessia. A CASA!

E’ il 28 maggio. Due lacci e due soprascarpe. Gli ultimi due lacci di oggi, di un rituale che prosegue da tre mesi. Tolgo i teli di plastica dalle scarpe. Strappo i due lacci che mi rendono una cosa sola con questo camice verde. Un ultimo sguardo al tavolo, alle sedie, agli armadi che hanno visto ansie e speranze, gioie e lacrime. Stavolta usciamo in tre dalla porta di questa terapia intensiva neonatale. Alessia viene a casa; ha lottato insieme ai medici e ce l'ha fatta. Fuori da quella porta tocca a me e Laura. Faremo il meglio. Butto il camice; l'ultima occhiata a questa che era ormai la nostra seconda casa. Si torna a casa vera. (13. CONTINUA...)

Ha voluto vivere. La storia di Alessia. VIENI VIA CON ME

Via, via, vieni via di qui.. Vieni via da queste stanze, Alessia. Sta arrivando il momento di venire a casa. La mamma è ritornata da quasi quattro mesi. Avete cominciato la vostra avventura assieme, qui. Eravate due persone in un corpo. Ora siete una persona sola in due corpi. …niente più ti lega a questi luoghi, neanche questi fiori azzurri… Hai superato gli interventi a pochi giorni di vita, hai imparato a respirare, a mangiare da sola. Hai vinto gli streptococchi, hai gettato via le sonde, i gavage, i respiratori, i saturimetri. Non ti servono più, Alessia: stai imparando a crescere. Tra poco si esce. …via, via, neanche questo tempo grigio.. Sei nata col freddo, ma ti aspettavamo con i primi caldi di maggio. Noi, fuori dall’incubatrice, ti raccontavamo la neve, il vento, il freddo, il ghiaccio e la galaverna. Dio, come è bella la galaverna, Alessia. I prossimi inverni ti ci porto a vederla. Te lo sei meritato. Adesso è maggio. Tra poco si