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Visualizzazione dei post da 2012

Così parlò Olumenebuna: messaggio per il nuovo anno

Ospito ancora, con immenso onore, le sagge parole del divino Olumenebuna... Carissimi, un altro anno sta per finire, un altro per iniziare. Ecco: ho deciso di smuovere il mio ventre e di affidarvi queste poche righe per accompagnarvi nell'anno che sta per arrivare. Mentre vi scrivo mancano pochi secondi prima della mezzanotte: i primi li ho già divorati tutti, così come i secondi a base di pesce, mentre mi lecco l'ombelico pregustando il sughetto dei secondi a base di carne. Se i miei calcoli sono esatti, dovrei averne un paio alla cistifellea: questo comunque non mi impedisce di nutrirmi con costante insatollità. Cosa riserva l'anno che sta arrivando? Da oracolo qual sono, leggo nella mia trippa: "Skaramenza tritto jotre numma paraika bonku septita." Putrtroppo non ho mai superato l'esame di divinazione, quindi non sono in grado di dirvi con certezza quello che vuol dire. Quindi vi lascerò con questo semplice vaticinio: il nuovo anno ci porterà un

Racconto di Natale

Non spaventatevi se sentite per la prima volta un animale, nel mio caso un bovino adulto, raccontarvi delle cose. Può capitare, se sapete guardare il mondo con occhi diversi. Quello che state per leggere ha dell’incredibile, soprattutto se non siete abituati a pensare che anche gli animali vivono, ragionano, amano a modo loro, come voi e spesso meglio di voi. Ci sono anche qui eccezioni, capirete: dalla medusa che passa tutto il santo giorno a cullarsi, allo scimpanzè che sa far di conto ci passa tutta una serie di specie diverse. Io, in quanto bue, so parlare abbastanza bene. Però scrivo male, nel senso della calligrafia: illeggibile; provate voi a tenere una penna tra gli zoccoli. E allora per scrivere i testi mi faccio allora aiutare dalle scimmie. Così, dopo questo prologo sulla stranezza di un bue parlante, posso cominciare a ricordare quello che ho visto anni fa, in una buia stalla dell’entroterra palestinese. La sera era fredda ed io rientravo a cercare un po’ di calore, ma an

Così parlò Olumenebuna: messaggio sulla profezia Maya.

Stiamo arrivando alla fatidica data del 21 dicembre, Maya permettendo. Per l'occasione, ieri notte mi è apparso in incubo Olumenebuna, che mi ha dettato le parole che riporto più sotto. Per chi non lo sapesse, "Olumenebuna è un modo di essere, una filosofia di vita. E' tutto e nulla. Ma credere che migliori la vita è buona cosa. E' lui che crede in te, non tu che credi in lui" (così scrive sulla sua pagina Facebook http://www.facebook.com/Olumeneb). Carissimi in cui io credo e di cui sono discepolo, rompo il mio silenzio e anche un po’ i vostri marroni per oracolare il dovuto su questa famosa profezia Maya. Si avvicina la data fatidica: sarà l’inizio di una nuova era?  Ma, se era, come può essere che sarà? O era o sarà: già questo vi fa capire che le cose non sono come le pensate. Ma vi voglio dire altro. Nel mondo molti hanno paura; tanti aspetteranno la suocera in un rifugio blindato, molti hanno fatto incetta di provviste.  Maledetti e pavidi

In bici nella neve con la Schwalbe Marathon

Ore 7 di un venerdì mattina diverso a Milano, quello dove quando alzi la tapparella vedi che sono caduti nella notte una decina di centimetri di neve. Anche oggi si prova ad andare al lavoro in bici; è il battesimo della neve per le gomme Schwalbe Marathon Plus Tour che monto da quest'estate. Hanno già viaggiato per quasi 2000 km: sullo sterrato e sull'asfalto, in condizioni di asciutto e bagnato hanno sempre offerto una buona aderenza, anche se per la loro composizione con inserto antiforatura devono essere gonfiate a pressioni un po' più alte del normale, attorno ai 5 bar. Ma oggi era la prima volta sulla neve. Ho trovato condizioni di neve alta e fresca non battuta (piste ciclabili), lastre compatte di neve pressata e non ghiacciata, poltiglia di fango e neve, velo di neve su strada. Ecco come si sono comportate le Marathon Plus Tour. Neve alta e fresca: + . Nessun grip sulla ruota posteriore, nessuna direzionalità sulla ruota anteriore. Si scende dalla bici e si

Cosa Nostra

Non se ne può più. La nuova crisi di governo nasce da logiche di partito che sono tali e quali a quelle che ci sono tra i bambini del nido della classe di mia figlia Alessia. Almeno loro stanno giocando: quei signori che si dicono politici (e qualcuno pensa di essere anche uno statista, ohibò) invece fanno sul serio perchè hanno i loro interessi che devono sempre primeggiare su quelli comuni. O, se non fanno sul serio, dovrebbero allora andare a giocare tra i cubotti e il pongo assieme ad Alessia. La politica, ormai non ha etica, non è al servizio di tutti, dell'uomo, ma al servizio degli interessi di pochi che sono disposti a rovinare tutto per pararsi il culo. Le segreterie dei partiti, i seggi in parlamento, nelle regioni, i consigli di amministrazione delle società pubbliche: da molte inchieste ormai ne esce che sono gestite come oggetti privati, come Cosa Nostra. Anzi, Cosa strettamente Loro.

O è scuola, o è cattolica

Non c'è più trippa per gatti; ormai è difficile trovare le risorse per fare qualsiasi cosa.  Non ci sono quasi più nemmeno gli stipendi. In questo clima dive ci invitano a stringerci la cintura, il Cardinale Bagnasco, presidente della CEI interviene sulla possibilità di far pagare l'IMU agli enti ecclesiastici, dichiarando che sarebbe grave se dovessero chiudere le scuole cattoliche, che non sarebbero in grado di sostenere la nuova tassa. Premesso che spesso è in declino la scuola pubblica, perchè deve esistere una scuola cattolica? La scuola è scuola, penso io, e se è cattolica allora non è solo scuola, ma ha un'etichetta in più, un profumo che può essere di elite o di ghetto, a seconda di come la si intende. Almeno sull'istruzione abbandoniamo le etichette e che sia questa sia garantita in modo uguale a tutti i bambini. Spero che la pensi così anche il Cardinal Bagnasco.

Notizie dal fronte

Qualche volta i social network servono a qualcosa di utile; giorni fa ho ricontattato, grazie a Facebook, un mio amico e compagno di liceo. Vive sotto i razzi ad Ashdod, Israele. Gli ho chiesto se mi può raccontare, senza analisi politiche sull'ennesimo conflitto, come si vive adesso dalle sue parti. In realtà scrive già su un suo blog, dal quale ho copiato il racconto che vi propongo sotto. Se volete curiosare di più su quello che scrive in questi giorni il mio amico Davide, ecco l'indirizzo web: http://codaleone.blogspot.it/ SFOLLATO Dopo alcuni giorni abbastanza convulsi, finalmente mi rilasso un po' e o voglia di scrivere cosa è successo negli ultimi giorni. Iniziamo con un po' di cronaca: Mercoledì vengo chiamato nel pomeriggio dalla scuola perché causa allarme rosso il doposcuola è annullato, un po'  di problemi organizzativi tra me e mia moglie, ma la serata passa tranquilla. Giovedì mattina mia moglie parte presto per il lavoro e io resto con i

Pioggia dagli occhi

Poesia scritta in cucina, mentre le mie ragazze sono a dormire, pensando soprattutto ad una di loro. Pioggia dagli occhi, pioggia negli occhi. Ogni goccia sia per te speranza, liberi dalla polvere i tuoi sguardi veri. Ogni goccia faccia spazio a giorni nuovi e disegni linee dolci da seguire. Così, goccia dopo goccia, la pioggia dagli occhi lasci il posto ad un sereno mai visto prima.

Al di qua del muro

Da qualche giorno avevo in mente di scrivere questo post. Ho preferito aspettare, come per lasciar decantare le emozioni; così come per bere un caffè turco serve aspettare per lasciare depositare il caffè sul fondo della tazza. Quest'anno mi è capitato già due volte di stare al di qua del muro, nella sala di attesa di un ospedale; il muro è quello che divide i reparti dalla sala operatoria. Di là, oltre la porta, c'è qualcuno a cui voglio bene; dall'altra parte io che, anche se si tratta di una operazione di routine, vengo preso d'assalto da una girandola di pensieri e sensazioni opposte, comunque intense. La scienza, poi la fede, poi la sicurezza, poi il dubbio. Lo svago impossibile, il camminare senza un senso, la mente che ti propone scenari che neanche vorresti sentirne parlare. Un po' di scorza io e Laura ce la siamo fatta, anni fa, quando al di là del muro c'era Alessia; allora siamo diventati un po' più grandi. E' la vita, certo, e anche

Elogio della felicità

La gente della mia città è felice. Sorride, mentre rimane nel suo mondo fatato. Stamattina gente che non conosco mi ha guardato e mi ha sorriso. Non so se si rivolgevano a me o alla piccola Alessia mentre, imbacuccata sul seggiolino della bici, stava andando sulla ciclabile per il nido. Il primo uomo felice occupava con sua lunga automobile le strisce pedonali e lo scivolo per i disabili. L'ho guardato, dicendogli "Le strisce!": lui mi ha sorriso, felice, continuando a farsi i cazzi suoi. Poco più avanti un altro signore con il suo scooter si para avanti a me, sbarrando il passaggio della ciclabile. Suono il campanello ma, siccome il campanello non è la tromba di un tir, lui non fa una piega. Gli passo davanti e, con voce un po' altina, gli dico che è in mezzo al passaggio. Ovviamente non si sposta: mentre devo girargli attorno per passare, cerco con i miei occhi i suoi occhi sotto la visiera del casco. Vedo che sorride. Anche lui è felice. Per il rest

Valico

Un piccolo racconto. Piccolo ma, almeno per me, con un grande significato. Buona lettura. La strada non dava il tempo di fiatare, di respirare in un modo regolare. L'aria quasi era fastidiosa. Bruciava, seguendo il suo giro dal naso ai polmoni. I paracarri passavano come grani di un rosario. Le dita delle mani giocavano con le leve sul manubrio, anche se non poteva più contare su rapporti migliori. Le gambe mulinavano ormai con fatica. Non ce la faceva a tenere quel passo, anche se ormai blando. Svalicò. Guardò per un attimo le cose dall'alto e capì. Il cuore saltò la regolarità dei battiti per un attimo: si sentì emozionato e percorso da un brivido di fuoco. "Benedetto giorno di ferie" si disse. Strinse le mani sul manubrio della bicicletta e si mise sulla strada di ritorno a casa. Scendendo, una lacrima di felicità gli percorse una guancia. Sapeva che non era stata l'aria a fargliela uscire: questo però non lo avrebbe detto alle bambine, che lo

Gioca con noi. IL LABIRINTO

Ciao! Clicca  qui  e scarica il gioco! Aiuta la mamma col passeggino ad andare dal punto A al punto B, se ci riesci, facendo attenzione a tutte quelle auto in divieto di sosta che vedi cerchiate di rosso. Hai a disposizione solo 2 bestemmie e 3 altri alterchi a tua scelta, mentre non hai vite supplementari e quindi non ti conviene stare sulla strada. Anche se lo vorresti, non è permesso rigare le portiere delle auto che ti invadono il marciapiede. Se riesci a risolvere il labirinto, manda pure la soluzione del gioco. Pensa che è tutto vero: siamo a Milano, all'incrocio tra via Durando e via Cosenz. Buona fortuna.

50 euro al voto

50 euro per un voto. Come 25 euro al chilo per un prosciutto, 2 euro per il dentifricio, 3 euro per la carta igienica. Domenico Zambetti, ormai ex assessore alla casa della regione dove vivo è un uomo politicamente così acuto da comprare i voti al mercato della 'ndrangheta, come si comprano le cozze al banco pesce e rimanere poi tranquillo che la 'ndrangheta si fermi lì e non gli chieda favori? Da giorni, da mesi, il consiglio e la giunta della mia regione perdono dei pezzi per storie di favori, tangenti, vacanze. Con oggi viene messo sotto indagine un assessore in carica, uno di quelli che il Governatore si è scelto; ma il Governatore continua a rimanere attaccato al suo mandato, incurante del significato politico dei pezzi che continua a perdere. Se la Regione Lombardia fosse il nostro grande condominio, chi si terrebbe un amministratore che non vede cosa fanno i suoi collaboratori mentre i collaboratori che lui si è scelto giocano col fondo cassa? La foto è tratta da

A Dio piacendo

Stasera Laura e le bimbe sono andate presto a dormire. Mi sono messo al pc e, chissà in base a cosa, mi sono immaginato come potrebbe essere l'ultimo momento speciale della mia vita. Ho iniziato a scrivere.. . A Dio piacendo mi alzerò la notte, ascolterò concerti, abbraccerò figlie, sbaglierò scarpe, dimenticherò ombrelli, verserò birre, scriverò canzoni, mi arrabbierò, descriverò colori. A Dio piacendo scommetterò su nulla, mangerò mele, racconterò poeti, benedirò giorni, accetterò consigli, vedrò traguardi, combinerò cazzate, mi pentirò, rilancerò coltelli. A Dio piacendo mi taglierò i capelli, cercherò frasi, numererò passioni, guarderò gonne, aspetterò silenzi, correrò miglia, confronterò budini, mi perderò, ritroverò coscienze. A Dio piacendo capiterà leggera ti guarderò, non spiegherò le cose, farò i miei conti e ti lascerò stare mi legherò infine al tuo guardare. A Dio piacendo, se così deve andare, che sia così, com'è piacendo a Dio. (La f

Confessioni di un malandrino

Signore, forse qualcosa non va in quello che faccio o, forse, non capisco più dove devo guardare. In questi giorni si parla molto di famiglia e unioni civili; come sai, io ho seguito un modello classico, una moglie e due figlie. Lo apprezzo, lo raccomando e lo racconto a chi lo vuole conoscere ma, semplicemente, non mi sembra giusto imporlo come unico possibile. E così molti, per esempio, mi dicono che sto sbagliando, che se fossi un politico in una giunta che sostiene registri di unioni civili dovrei dimettermi, che il modello di famiglia è uno e uno solo e gli altri portano la società al collasso. Toh, mi descrivono come una possibile rovina della società. Prometto di cercare di ascoltare le storie di tutti però, Signore, queste cose perchè me le dice soprattutto chi una famiglia non ce l'ha? Più guardo in alto nelle gerarchie che governano quella Chiesa di cui mi sento parte, più mi dicono che sto sbagliando. Ma allora, se sbaglio, dovrei avere una chance in più. Se rico

Scrivere per vivere, scrivere per raccontare

E' incredibile, ma in questi ultimi giorni ho ripreso a leggere prima di addormentarmi. Ho finito giusto ieri sera di leggere il racconto di Massimo Gramellini "Fai bei sogni". Tutto si gioca attorno ad un intreccio tra il dramma vissuto da un bambino che perde la mamma ed il percorso che il bambino, ormai diventato uomo, deve fare per scoprire le verità e superare le difficoltà che, spesso, sono interiori. Mentre scorrevo le righe, specialmente verso la fine, pensavo ancora una volta alla forza della scrittura, a come si riesca, mischiando quegli atomi che sono le lettere, a costruire parole, a raccontare storie, a condividere emozioni. Questo mi sta molto a cuore: è un po' quello che, nel piccolo, ho provato nello scrivere quelle pagine sulla nascita di Alessia. Scrivere per rivivere, scrivere per comunicare, scrivere per conoscere meglio se stessi, scrivere per aprirsi agli altri. E' una medicina dell'animo, la scrittura: trasmette emozioni, accomun

Ciao Charlie...

Charlie era il soprannome con il quale, ai tempi in cui, giovane, bazzicavo Azione Cattolica e scuole della Parola, chiamavamo Carlo Maria Martini. L'ho incontrato da vicino anni fa, in vacanza in una località di montagna: era là per studiare e scrivere una lettera pastorale, eppure ha voluto comunque venire a salutare un gruppo di ragazzi casinisti. Non era per nulla nel mondo ovattato delle alte cariche ecclesiastiche, era un uomo che dialogava con tutti e incontrava tutti; lo si capiva anche da quei gesti. Non sempre è stato accettato, specie da chi difendeva una certa ortodossia, convinto di avere l'unica verità in campo religioso, sociale e morale. Ora, che so della sua morte, mi manca. E penso che, anche nella sofferenza, sia stato grande: umile e discreto, non volendo nessun accanimento terapeutico. Un segno grande anche questo, perchè la sofferenza scava ogni uomo in modo diverso e non la si può inscatolare dentro leggi che la possano governare. Mi ha dato tant

Pedalando senza frontiere

Se volete capire cosa vuole dire viaggiare in bicicletta senza confini c’è una pista ciclabile che fa per voi: è la ciclopista della Drava, che parte da Dobbiaco ed arriva fino a Maribor, in Slovenia. La prima tappa, da Dobbiaco all’austriaca Lienz è poi una grande passeggiata: praticamente tutta in discesa, tutta su asfalto, tutta in sede protetta. Il paradiso dei cicloturisti. L’ho percorsa con Laura, Alessia e Lucia, con le bimbe sui seggiolini montati sulle nostre bici; 47 km in due ore e poco più di percorso, tutto in mezzo a boschi e prati con il fiume Drava che accompagna i ciclisti nella loro discesa. Sulla ciclopista si incontra di tutto: bici in carbonio tecnicissime, pesantissime ferraglie da pochi euro, tanto è tutta a scendere. Tutine aderenti e colorate, bermuda a fiori, gonne svolazzanti, fuseaux. Bambini supersprint, anziani ciclo dipendenti, signore con le selle imbottite; carrellini al traino con cani e bambini, seggiolini e caschetti colorati. I pochi s

Preghiera de chi capìss nagòtt

Questa l'ho scritta in una fresca serata a Saint Lucie du Porto Vecchio, in Corsica, allegramente sdraiato su un'amaca e con le stelle che si nascondevano dietro le foglie di una quercia da sughero. Signuur dimm un poo se ho faa suu per meritass tucc chi robb chi: i occ di mee tusann, i stéll che fann minga lúus, la mia miè che la vusa ma che me fa sentì un sciuur, i amìis che me ciapen per el cùu ma che respiren per mi, la lùna che la par guardàmm anca quaand voeri scapàa, el veent che s'cepa i fiuur ma che me manda in giir paròll, el mar che me sbatt in sul muus come i sgiaff del mè pà. Signuur, capisi no: t'ho biastemàa, t'ho vusà adrèe, sunt restà lì a giugàa a cart quaand te pasavet cunt la tua crus; t'ho menàa via e desmentegáa, t'ho dàa trì fraanc per sentìss quiét. Signuur dimm un poo se ho faa suu; o capirò quaand te me ciamarètt. Per adess l'è asèe vardàa i tre mè dònn che te me regalà. PREGHIERA DI CHI NON CAPISCE NULLA Signore dimmi un po’

EffEllEnneCi

Siamo tornati qualche giorno fa dalla Corsica. Terra di mari e sabbie da sogno, di montagne aspre, di spazi aperti. Della Corsica mi affascina anche la storia: sempre oggetto di conquista da parte di popoli che ne hanno voluto fare in genere una base strategica, cacciando la popolazione locale e dimenticandosi anche di portare almeno sviluppo e benessere. I corsi hanno sempre dovuto rifugiarsi nelle parti interne, assistendo via via al cambio di potenza dominatrice che, però, aveva interesse solo alle coste. Anche oggi i corsi si sentono spesso abbandonati, come una provincia povera ai margini della nazione ricca. Hanno creato allora sigle che vogliono mostrare, in modi diversi e non necessariamente violenti, questo disagio. Ho immaginato allora di far scrivere uno di questi corsi... Mia Laurène, guardo questo cielo opaco di Parigi da un buco dove non passa neanche il vento, e condivido il mio poco e il niente di altri tre. Parigi che ti sembra così lontana, Parigi che è c

Racconto di inizio estate

Re, fante, dieci, fante, nove. Cuori, cuori, cuori, picche, quadri. Aveva promesso di smettere tre anni prima: si era giocato gli amici, la casa, il matrimonio. Quattro nuove donne avevano preso il sopravvento sulla sua; quattro donne che teneva tra le dita, che prendeva o lasciava come voleva, per ottenere quello che voleva. "Servito" disse l'uomo alla sua destra. "Cambio due" disse lui, abbandonando un fante e un nove. Gli arrivarono in mano due nuove carte. Un asso. Di cuori. Sentì i battiti del cuore che cambiavano di ritmo quando scoprì la seconda carta. "Vedo" disse l'uomo alla sua sinistra. Full di otto. Doppia coppia di re. Coppia di assi. "Scala" disse lui. Prese le fiches vinte e si alzò dal tavolo da gioco. Uscì nel caldo di luglio, prese il telefono e scrisse un sms: "Ho chiuso col gioco. Ho soldi per le cure del bimbo. Ricominciamo da capo".

Qui nessuno è straniero

Passando qualche giorno in montagna con bimbi e amici, ospitati in una casa parrocchiale in Valfurva, mi è capitato di fermarmi a parlare con alcune persone che lavoravano come aiuto cuochi e pulizie. Mi aveva attirato l'accento slavo, il richiamo della foresta per me che sono incuriosito da tutto ciò che è "Balkan". Erano una famiglia serba: in tutto 7 persone: 5 figli nati quasi a raffica da quando la mamma non aveva ancora 18 anni. Così, per gioco e per provare il funzionamento dei pochi neuroni buoni che mi sono rimasti, ho provato a parlare, anzi a balbettare, quel poco di serbocroato che mi ricordo. La ragazza serba che preparava i caffè è stata prima sorpresa, poi felice di trovare un italiano che parlava un poco della lingua del suo Paese, anche se, probabilmente, molte frasi erano uno sconnesso gramelot. Penso che l'accoglienza passi anche attraverso questi suoni che abbattono il concetto di straniero. Poi arrivo a casa e scopro che il Comune di Milano

terremoti, sismologia ed altre sciocchezze: Un mese di terremoti in Emilia

Oggi ospito questa interessante spiegazione semplice semplice sull'andamento del terremoto in Emilia. Buona lettura... terremoti, sismologia ed altre sciocchezze: Un mese di terremoti in Emilia : Il 18 maggio (un mese domani) c'è stata la prima scossa di terremoto nella pianura emiliana. La magnitudo era 1.9, di eventi così ogni anno ...

Massa critica: infortunio in itinere per i ciclisti

Anche questo blog, che ha aderito alla campagna #salvaiciclisti, partecipa alla Critical Mass virtuale per chiedere che venga esteso lo status di "infortunio in itinere" per chi lascia a casa il SUV e va al lavoro in bici... Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana,Prof. Mario Monti, abbiamo molto apprezzato la nota con cui Lei il 14 maggio scorso ha dato sostegno alle istanze della campagna #salvaiciclisti sottolineando i vantaggi economici derivanti dall’uso della bicicletta in ambito urbano e definendo la bicicletta come “mezzo di trasporto “intelligente”, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale, sia a livello economico, dato che riduce sensibilmente i costi legati alla mobilità urbana, sia, aspetto non meno rilevante, per la salute degli individui.” 
Infatti, in questo periodo di crisi economica, per ridurre i costi derivanti dalla mobilità, molte persone fanno sempre più ricorso all’uso della bici, anche per andare al lavoro. Pu

Aemilia

Il terremoto è qualcosa che non possiamo controllare, non possiamo prevedere; possiamo solo aspettarlo e limitare i danni che può fare. Affascina e impaurisce, attira e allontana nello stesso tempo. Non ti dà appuntamento. Non è come le nuvole, che sappiamo quando arriveranno. Viene, ti scuote, e se ti scoppia molto vicino ti può portare via la casa, gli affetti, le cose a cui sei attaccato e che ti legano a quella stessa terra che ti fa tremare. Nella sofferenza di questi giorni, almeno la solidarietà tra le persone sembra avere il sopravvento. Che sia questa un messaggio di speranza per tornare presto alla normalità.

Andrew

È tutto un altro modo di vedere, adesso; un altro modo di capire, se si può capire, se ci puoi capire. La verità non sta nel mezzo, non sta nelle flebo, non sta nelle chemio. Noi da qui alziamo la testa e ci sorride sempre la stessa faccia della luna; e se dall'altra parte c'è sempre lo stesso sorriso ora ce lo puoi dire solo tu.

Vaticanleaks: dal Tevere con dolore

In questi tormentati giorni che precedono l'incontro mondiale delle Famiglie a Milano, la chiesa cattolica è tormentata dalla fuga di notizie segrete che provengono dalle stanze papali. Da cattolico quale cerco di essere, leggere che tra le stanze vaticane si aprono scenari simili a quelli di un paesello qualsiasi dove ci sono fazioni in lotta per il potere, e che, chi sgomita, sono qui cardinali e vescovi, mi lascia decisamente basito. Grazie ad una fonte che vuole rimanere anonima, sono riuscito ad avere anche io in anteprima alcuni di questi documenti segreti che contengono verità scomode. Ecco quanto è scritto sulle informative che mi hanno fornito. Le suore, in genere, sotto il velo hanno i capelli. Alcune delle reliquie di sant'Edgardo sono false, altrimenti il santo avrebbe avuto tredici dita. San Giuseppe accolse con frasi non poco edificanti la notizia della visita dell'angelo a Maria. Il verbo "divorziare" si può, nonostante tutto, coniugare sem

Gufo finto batte piccione vero

 L'annoso problema dei piccioni... Negli anni scorsi il nostro terrazzo è stato frequentato spesso da una coppia di colombacci che ha anche provato a fare il nido, sfruttando un accogliente arco ricoperto di rampicanti. Complice la crisi, i colombacci quest'anno non si sono visti, mentre si sono invece affezionati a noi i piccioni comuni. Rispetto al colombaccio, che ha un background educativo decisamente più raffinato, il piccione è invece più ruspante, più grezzo e meno avvezzo a godere di un ambiente pulito attorno a sè. I pennuti che ci hanno scelto come partner hanno anche una elevata motilità intestinale, che per noi si traduce in cacca ovunque. Era necessario trovare un rimedio, mandare un segnale agli sgraditi ospiti di migrare altrove. Dato che non apprezzo particolarmente la chimica, ho provato a cercare dei rimedi alternativi; la rete qui è una risorsa inesauribile. Così, assieme a Lucia, ho costruito una sagoma di gufo su cartone, con dei grandi occhi gia

Tema di Madeleine

Eh già, Madeleine; cos'è stata la vita se non correre dietro a un liquore versato di nascosto dentro te, mentre da sola parli con le sigarette che ti bruciano assieme? Oh sì, Madeleine, se da vicino nessuno è normale, come ti sembriamo tutti noi se ci guardi bene dalle nuvole? E quando l'ultimo fiato è sceso in gola la vita aveva sempre il sapore amaro della solitudine? Ma almeno, adesso, per sentirti in paradiso non ti servono piú pastiglie.

Date a Cesare quel che è di Cesare!

Il mare a Milano non c'è. Solo laghi attorno e l'idroscalo, il mare di Milano che, però, non è salato. Bello per i bimbi, ma manca lo iodio, manca l'acqua salmastra che stappa i bronchi dei bambini. Allora si parte per il mare, destinazione riviera ligure, in uno dei fine settimana, sperando in un'alta pressione che quast'anno al nord ad Aprile non è arrivata mai. Alloggiamo in una struttura gestita da uno dei tanti enti morali che si occupano anche di accoglienza. La giornata è stupenda: buttiamo le valige in camera e, poi, di corsa verso la spiaggia: tutto aerosol naturale in più che si respirano le bambine. Tra sabbia, secchielli, formine e mare, Alessia e Lucia si stancano così tanto che, dopo cena, si addormentano e non si sveglieranno nel corso della notte. Riposo. La domenica il tempo è pessimo. Ripartiamo per casa dopo il pranzo. Pago il conto: l'accoglienza c'è stata, la ricevuta no. Rimango perplesso: mah, penso, questo tipo di struttur

Una sanità per polipi

In principio era il cerotto, poi fu il cotone con il cerotto di carta che te lo teneva stretto al braccio. Ora quei tempi non torneranno più: è il momento di solo cotone idrofilo, che ti devi tenere premuto sul braccio. Stamattina sono andato a fare un prelievo di sangue in un grande ospedale pubblico. Ce ne sono ancora qui in Lombardia: pochi, come i tartufi, ma li trovi. Il problema sorge subito dopo aver fatto il prelievo:  non ti danno più il cerotto per fermare il sangue. Come l’esperienza ci insegna, l’essere umano è generalmente dotato di due braccia: e allora uno deve rimanere steso (quello del prelievo, se vuoi evitare l’ematoma) e l’altro, che ha collegato la mano il cui dito deve schiacciare il cotone, tampona il buco del prelievo. Ma come bisogna fare se, oltre a cercare di fermare il sangue, si deve recuperare la felpa appesa sul portabiti, lo zaino sulla sedia, i fogli con le ricevute del pagamento degli esami sul tavolino? In più bisogna anche vestirsi, lascia

Grazie a tutti

Molti di voi che mi leggete mi dicono che a loro piace come scrivo. Io comunque vi ringrazio tutti, dato che avete la pazienza di leggermi. Questo blog è nato prima per mia curiositá, poi mi è servito per scrivere e rivivere i miei attimi accanto ad Alessia; infine è diventato una mia bacheca di appunti. Tutto qua. Ma comunque sono felice che piaccia.

Inferno canto 35 - detto del "parcheggiatore stolto"

Mettendo a posto i libri nella libreria mi è tornata tra le mani una vecchia edizione apocrifa della Divina Commedia. Ho riletto con piacere, ritenendolo sempre attuale, il canto XXXV, detto del "Parcheggiatore stolto". Ve lo ripropongo nella versione originale e non commentata: i commenti potete farli voi. Ho intarsiato il post con una foto ai fini puramente allegorici: di situazioni come quelle sono pieni i nostri marciapiedi Mentr’io solevo ritornar dai cari Calcando i piè su strade del mio borgo Si para innanzi cosa senza pari Vicino a me che sbarra il passo scorgo Un ferro per stirare con le ruote E del risorto sole non mi accorgo “Per carità” dic’io, “come si puote Lasciar tal mezzo in mezzo a li coglioni” E questo affronto la coscienza scuote. “Parcheggiator dai gusti poco buoni Che occupasti tutto il marciapiede Capisci o no che fai girar maroni? Già a piedi non si passa e lo si vede Noi intenti a scavalcar cacche di cane E arrivi tu con dol

Ho sbaglià (lamento di Giuda)

Ho sbaglià, ho sbaglià e credevi che l'era no vera t'ho basàa e poo tucc i me robb hinn finì quela sera. Ho sbaglià, ho sbaglià, ho capì un bel nagòtt su de ti mi pensavi a trà via i furestèe però no a fatt murì. E adess sun chì cunt el coer che bestèma e te vardi col coo pien de spin g'ho chi trenta muned in saccoccia hinn danè che hann pagàa el to destin. Ma se tucc l'è scrivùu nella vita e 'l tò pà l'è el regista del film ghe vureva anca Giuda in la storia per quel post m'ha cataa foera mi. Ho sbaglià, ho sbaglià l'è bastàa fa un erur come quest el mè stomich l'è a tocch la mia testa me dis de faa prest. Ho sbaglià, ho sbaglià, me Signùur adèss torni pù indree voo a trà via i me danè e me cupi, inscì vegni cun te. O Signùur, vèmm de là, ti te incioden e mi da impicàà e speremm de vedèss anca mò: per basat e per dit che ho sbaglià. Per chi non capisce il dialetto lombardo: ecco la traduzione Ho sbagliato, ho sbagliato e credevo che non fosse

O, pirla (ode milanese evocativa anagrammata)

O pirla, lo rapi? Lo pari? O parli, o pirla? Nell'anno del Signore 2012, quando dare del pirla a Milano non era reato: lo ha confermato il Governatore della lombardia. Ma se esco da Milano e sconfino in Sesto san Giovanni?

Dieci su ottanta

Così parlò Testa di Betulla. "Se nel Gran Consiglio della prateria capisci che 10 su 80 siedono per favorire i  pascoli e il bestiame degli amici e chiedono in cambio l'acqua di fuoco, è meglio per te, Grande Capo, salutare tutti e sciogliere Gran Consiglio. Ti ricorderanno così per avere un poco di anima che almeno è pulita. E non dire che non è un problema tuo, Grande Capo, e che la prateria vive in pace da quando tu comandi. Anche se hanno chiesto ai loro amici in cambio poca acqua di fuoco, è sempre qualcosa che portano via a tutta la tribù. E alla tribù cominciano a girare le balle."

Pazza idea di Crapa di Betulla

Così parlò il gran capo Crapa di Betulla: "Se guardo fuori, o se giro per Milano vedo molti cartelli di affitto uffici, vendita case in cantieri nuovi, cartelli di società immobiliari appesi fuori dai cancelli. Ma serve, ora, a Milano tutto questo cemento? Una bella mattina mi sono svegliato, con il sole negli occhi e una strana idea in testa, che già mi girava per la crapa da qualche tempo: visto che parlare di economia verde va abbastanza di moda, perché non cercare un nuovo modo di applicarla anche all’interno delle città? Ecco, ora spiego l’idea: ribaltare un po’ il modo di fare pianificazione urbana. Prendere terreni edificati, abbandonati o da abbattere, o edificabili, trasformarli in agricoli, suddividerli in lotti e darli in affitto ad ortisti urbani. E, perché no, creare una società “immobiliare verde” che si occupi dell’acquisizione e della gestione dei terreni, dove possano trovare posto anche persone diversamente abili. Chissà se rimarrà solo una strana p