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Visualizzazione dei post da maggio, 2012

Andrew

È tutto un altro modo di vedere, adesso; un altro modo di capire, se si può capire, se ci puoi capire. La verità non sta nel mezzo, non sta nelle flebo, non sta nelle chemio. Noi da qui alziamo la testa e ci sorride sempre la stessa faccia della luna; e se dall'altra parte c'è sempre lo stesso sorriso ora ce lo puoi dire solo tu.

Vaticanleaks: dal Tevere con dolore

In questi tormentati giorni che precedono l'incontro mondiale delle Famiglie a Milano, la chiesa cattolica è tormentata dalla fuga di notizie segrete che provengono dalle stanze papali. Da cattolico quale cerco di essere, leggere che tra le stanze vaticane si aprono scenari simili a quelli di un paesello qualsiasi dove ci sono fazioni in lotta per il potere, e che, chi sgomita, sono qui cardinali e vescovi, mi lascia decisamente basito. Grazie ad una fonte che vuole rimanere anonima, sono riuscito ad avere anche io in anteprima alcuni di questi documenti segreti che contengono verità scomode. Ecco quanto è scritto sulle informative che mi hanno fornito. Le suore, in genere, sotto il velo hanno i capelli. Alcune delle reliquie di sant'Edgardo sono false, altrimenti il santo avrebbe avuto tredici dita. San Giuseppe accolse con frasi non poco edificanti la notizia della visita dell'angelo a Maria. Il verbo "divorziare" si può, nonostante tutto, coniugare sem

Gufo finto batte piccione vero

 L'annoso problema dei piccioni... Negli anni scorsi il nostro terrazzo è stato frequentato spesso da una coppia di colombacci che ha anche provato a fare il nido, sfruttando un accogliente arco ricoperto di rampicanti. Complice la crisi, i colombacci quest'anno non si sono visti, mentre si sono invece affezionati a noi i piccioni comuni. Rispetto al colombaccio, che ha un background educativo decisamente più raffinato, il piccione è invece più ruspante, più grezzo e meno avvezzo a godere di un ambiente pulito attorno a sè. I pennuti che ci hanno scelto come partner hanno anche una elevata motilità intestinale, che per noi si traduce in cacca ovunque. Era necessario trovare un rimedio, mandare un segnale agli sgraditi ospiti di migrare altrove. Dato che non apprezzo particolarmente la chimica, ho provato a cercare dei rimedi alternativi; la rete qui è una risorsa inesauribile. Così, assieme a Lucia, ho costruito una sagoma di gufo su cartone, con dei grandi occhi gia

Tema di Madeleine

Eh già, Madeleine; cos'è stata la vita se non correre dietro a un liquore versato di nascosto dentro te, mentre da sola parli con le sigarette che ti bruciano assieme? Oh sì, Madeleine, se da vicino nessuno è normale, come ti sembriamo tutti noi se ci guardi bene dalle nuvole? E quando l'ultimo fiato è sceso in gola la vita aveva sempre il sapore amaro della solitudine? Ma almeno, adesso, per sentirti in paradiso non ti servono piú pastiglie.

Date a Cesare quel che è di Cesare!

Il mare a Milano non c'è. Solo laghi attorno e l'idroscalo, il mare di Milano che, però, non è salato. Bello per i bimbi, ma manca lo iodio, manca l'acqua salmastra che stappa i bronchi dei bambini. Allora si parte per il mare, destinazione riviera ligure, in uno dei fine settimana, sperando in un'alta pressione che quast'anno al nord ad Aprile non è arrivata mai. Alloggiamo in una struttura gestita da uno dei tanti enti morali che si occupano anche di accoglienza. La giornata è stupenda: buttiamo le valige in camera e, poi, di corsa verso la spiaggia: tutto aerosol naturale in più che si respirano le bambine. Tra sabbia, secchielli, formine e mare, Alessia e Lucia si stancano così tanto che, dopo cena, si addormentano e non si sveglieranno nel corso della notte. Riposo. La domenica il tempo è pessimo. Ripartiamo per casa dopo il pranzo. Pago il conto: l'accoglienza c'è stata, la ricevuta no. Rimango perplesso: mah, penso, questo tipo di struttur

Una sanità per polipi

In principio era il cerotto, poi fu il cotone con il cerotto di carta che te lo teneva stretto al braccio. Ora quei tempi non torneranno più: è il momento di solo cotone idrofilo, che ti devi tenere premuto sul braccio. Stamattina sono andato a fare un prelievo di sangue in un grande ospedale pubblico. Ce ne sono ancora qui in Lombardia: pochi, come i tartufi, ma li trovi. Il problema sorge subito dopo aver fatto il prelievo:  non ti danno più il cerotto per fermare il sangue. Come l’esperienza ci insegna, l’essere umano è generalmente dotato di due braccia: e allora uno deve rimanere steso (quello del prelievo, se vuoi evitare l’ematoma) e l’altro, che ha collegato la mano il cui dito deve schiacciare il cotone, tampona il buco del prelievo. Ma come bisogna fare se, oltre a cercare di fermare il sangue, si deve recuperare la felpa appesa sul portabiti, lo zaino sulla sedia, i fogli con le ricevute del pagamento degli esami sul tavolino? In più bisogna anche vestirsi, lascia

Grazie a tutti

Molti di voi che mi leggete mi dicono che a loro piace come scrivo. Io comunque vi ringrazio tutti, dato che avete la pazienza di leggermi. Questo blog è nato prima per mia curiositá, poi mi è servito per scrivere e rivivere i miei attimi accanto ad Alessia; infine è diventato una mia bacheca di appunti. Tutto qua. Ma comunque sono felice che piaccia.