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Visualizzazione dei post da marzo, 2013

Monologo per un figlio

In questi giorni stavo pensando alla Pasqua che sta arrivando.  Prima di spegnere la luce, non so per quale motivo, mi è venuta in mente Maria, stremata, sotto la croce.  Pensavo a lei e a tutte le mamme che soffrono per i loro figli. L'ho immaginata urlare il suo dolore ed ho scritto questo monologo, quasi con piglio teatrale, per quel che mi riesce. MARIA (me la immagino sola, in ombra, con Giovanni sullo sfondo): L'ho seguito di nascosto, mio figlio, fino a qui, sotto la croce. Di nascosto per la vergogna, per la disperazione.  Con gli occhi rossi e gonfi di lacrime.  La gola rotta dalle urla.  Il respiro soffocato dall’angoscia. L'hanno trattato come un traditore, un ladro. Frustato, incoronato con i rovi, gli hanno sputato addosso. Lo hanno sfidato. Hanno voluto capire se era veramente quel che diceva, vedere se Dio lo difendeva, se lo salvava con gli angeli e le spade. Loro, che credevano di conoscere Dio! Già, loro... Non hanno capito che Dio era lì

Non ho mai scritto...

Non ho mai scritto parole d'amore, parole di speranza, preghiere, lamenti. Non ho mai scritto parole di rabbia, di consolazione memorie, racconti. Ho solo messo in fila lettere e suoni, che si plasmavano a formare te con me. Questa mi è venuta così, di getto, senza un motivo preciso...