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Visualizzazione dei post da maggio, 2013

E anche Andrea se ne va

Dopo l'Enzo, in questo gelido 2013 se n'è andato anche don Andrea Gallo, e un altro pezzo di volto di Dio non è più con noi. In molti lo hanno ricordato tra credenti e non credenti, poche sono state le parole delle gerarchie della chiesa cui apparteneva. Forse proprio questo è a garanzia del suo messaggio, che me lo rende profeta in quella chiesa cui appartiene, in uno strano mix, assieme a don Ciotti e Alex Zanotelli ma dove ci trovi anche Scola e l’Opus Dei. Oggi il manifesto gli dedicava la prima pagina titolava “Il padre nostro”: uno dei titoli più riusciti e che riassume quanto quella di Andrea fosse una voce ascoltata in modo particolare da chi con le sacrestie non ha molto a che vedere. Ciao a te, don Andrea, dunque. I tuoi ultimi ti aspettano a braccia aperte. E, se ho letto bene un po’ di testi sacri, Dio si è fatto ultimo: questo, su come verrai accolto lassù, fa ben sperare.  La foto è tratta da Wikipedia

Segno indelebile

Da sabato scorso, nella mia via, c'è una grossa macchia di sangue. E' il segno, per ora indelebile, di una vita spezzata da un uomo con un piccone; una delle tre vite fermate in un mattino di primavera a Niguarda. E' una sensazione che non so descrivere sapere che è potuto accadere lì, a pochi passi dal portone, e senza un motivo apparente, sempre che si possa mai trovare un motivo qualsiasi per fermare una vita. Ma è una sensazione altrettanto fastidiosa quella che provo quando vedo che si prende questo episodio a sostegno o a critica di una campagna politica. Ovviamente la giustizia deve esercitare il suo ruolo. Ma penso che, ora, contino più il rispetto del dolore, il silenzio e la scommessa di poter ritrovare la sicurezza di vivere nei nostri quartieri rafforzando legami e non solo arroccandoci nei nostri spazi, soli e con l'eterna paura dell'altro, di qualsiasi religione o provenienza sia.

...com'erano le notti ad Arles

Arles deve essere affascinante in tarda primavera, di notte.  Io l'ho vista poco, ma di giorno e con la pioggia.  Poi ho visto i quadri di Van Gogh e delle sue notti stellate.  E allora Arles, di notte, me la immagino così... Nuvole e vento oggi sul cielo di Arles, Theo. Niente colori caldi che mi accarezzano gli occhi. Solo un grigio esteso, infinito come il mare che mi aspetta, anche se qui non si vede. E' lo stesso cielo che poi si veste a festa, Theo. Con le mie stelle che vogliono cadere nel fiume, si mischiano con le luci chiare dei solai e le rincorrono in questo eterno blu di Prussia che da sempre mi circonda e mi affoga. E' ora di guardare queste stelle, Theo, di fissarle con i miei gialli per un tempo infinito. Così potrò immaginarmi in quel momento quando la morte fermerà per sempre i miei colori, ma finalmente mi porterà a conoscere le stelle. La foto nel post è il quadro di Van Gogh "Notte stellata sul Rodano" ed è tratta da Wiki

Fuoco amico

Non so se sia stato Babbo Natale, la Befana, il Grande Cocomero o, semplicemente, il suo papà, a regalargli un fucile vero, in miniatura e progettato apposta per stare nelle mani di un bimbo. Oggi questo bimbo del Kentucky il fucile vero per bambini lo ha puntato contro la sorella di 2 anni: ha premuto il grilletto e un colpo calibro 22 ha chiuso per sempre gli occhi della piccola. Se mi è difficile capire perchè esistono bambini soldato che imbracciano un'arma, mi è impossibile capire come si voglia fare soldi con le armi vere considerando i bambini come mercato da conquistare. Anche io, come penso tutti noi da piccoli, ho puntato per gioco una pistola e ho preso la mira. Solo che, invece di proiettili veri calibro 22, dall'arma uscivano getti o spruzzi di acqua. E, finito il gioco, si continuava a vivere.