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Visualizzazione dei post da 2015

Parola di Olumenebuna. Anno nuovo

Il saggio Olumenebuna dice: "Anno nuovo, vita nuova, girovita nuovo, pantaloni e gonne nuove. E, ricordate, che anno bisesto, anno dodicesimo."

AUGURAP!

Tu scendi dalle stelle o re del cielo, poi nasci nelle stalle, al freddo e al gelo. Allora sì che c’era il gelo. Gelosi siamo noi non del tuo gelo, non delle stalle ma delle stelle. Mi hanno detto che le hai fatte luminose et belle. Astri del cielo pieno di astri così come in Olanda è pieno di Astrid. Auguri auguri auguri e speriamo che duri sereni siano i cieli, siano i tempi poco duri. Regali regali anche a chi non è regale regalare un regalo a un regale non è regalo reale. A mezzanotte sai che io ti incontrerò Babbo Natale con le renne. E stringerò la musica di Ardez* mentre cercherò il nastrino che splendido il pacchetto nastrerà. E sia la pace e non un giorno di pece. E non sia il pesce la sola star della vigilia, ma cuori, cori, e molto zucchero a velo per te che stai con noi o re del cielo. * Ardez è la nuova icona del rap metropolitano degli anni 2010. Potete ascoltarlo di mattina, presto, su CaterpillarAM, radio 2. Ascolta il rap AUGURAP qui h

Parola di Olumenebuna. Chirurghi

Il saggio Olumenebuna dice: "Quello che invidio ai chirurghi è di riuscire ad essere alle 11 in sala operatoria con un pezzo di rene in mano e poi alle 13 in mensa a mangiare un rene trifolato."

Adeste fideles...

Signor Matteo Salvini, signor Ignazio La Russa, signora Mariastella Gelmini. Ho visto le immagini di Rozzano, dove siete lì con le bandiere, i volantini e il presepe. Sì, volutamente ho messo ultimo nell'elenco il presepe. Sono triste; triste nel vedere che si vuole utilizzare anche la natività per semplificare messaggi, lanciare slogan, fare notizia. Lo dico da cattolico che prova a fare il cattolico. Sono triste, perchè si torna ancora una volta a fare battaglie sui simboli, dimenticandosi che sono solo simboli. E questa volta tiriamo in ballo la natività, che ci ricorda che il figlio di Dio è nato nella povertà, mentre era profugo in fuga da chi lo voleva colpire, senza nessuno che lo accogliesse. E' la storia che si ripete, vero? Se proprio c'è un luogo sicuro dove non vi toccheranno mai il presepe, ecco, quello è il vostro cuore. Preparare il cuore ad accogliere il Dio povero e profugo nel nostro personale presepe è un'idea originale; e poi

The answer is blowin' in the wind

Ho trovato un foglio sotto i tergi della mia macchina. C'erano poche righe. " Messaggio da Dio. In qualsiasi modo mi chiamate, guardate che io non c'entro nulla con cose tipo quella di Parigi. Cosí come non c'entravo nulla con le crociate o con tutta quella serie di cose terribili che avete fatto nel tempo tirandomi in ballo. Se avete bisogno di un prestanome per i vostri interessi cercate per favore qualcun altro." Poi il foglietto è volato via, portato da un vento teso. Forse sará arrivato tra altre mani o sotto altri tergi.

Trasforma

"Era una notte buia e tempestosa..." (Snoopy) Trasforma il dolore in allegria. Trasforma il testacoda in traiettoria. Trasforma la bestemmia in lode. Trasforma la pallottola in nuvola. Trasforma la migrazione in crociera. Trasforma l'imperativo in condizionale. Trasforma l'inferno in paradiso. Trasforma la malattia in guarigione. Trasforma gli abissi in montagne. Trasforma la follia in creazione. Trasforma un Re basso in un Sol6. Trasforma un'extrasistole in una quiete. Trasforma un tramonto nell'aurora. Trasforma il nulla in universo. Trasforma una farfalla nel suo bruco. Se vuoi. Se puoi. Signore.

No EXPO? - Reloaded

Alla fine ho ceduto: sono andato ad Expo. E per ben due volte. La prima volta perchè Lucia e Alessia chiedevano da un pezzo di vedere l'albero della vita di sera. La seconda, a cinque giorni dalla chiusura, per non buttare via un biglietto giá comprato ad aprile. Alla fine sí, qui lo scrivo, andava visitato. Per i padiglioni, i colori, le persone... soprattutto per le persone. Un frullato di razze, gender, etá, famiglie, scuole, cravatte, giacche e vestiti improbabili. Se questa "bellezza dell'altro diverso da te" è stato il vero valore di Expo (al di lá dei begli intenti sul cibo che si son visti proprio pochino...), allora que viva Expo! Ma, nonostante questo, ho ancora un tarlo, una vocina che mi rode dentro: che sará di quel benedetto piastrone di cemento una volta che avremo spento l'albero e smontato i padiglioni? Per favore non fatemi brutte sorprese e non fatemi ripensare al mio iniziale No Expo... PS: ho passato un po' di tempo a

Eccellenza postLombarda

Le notizie di oggi sugli arresti ed indagati eccellenti in Lombardia sono sicuramente ad effetto. Sono sicuro che comunque (tanto in Lombardia, per rimanere in tema, quanto fuori Lombardia), un cittadino curioso che incrociasse un paio di dati reperibili oggi (sul web o per trasparenza dovuta degli enti pubblici), arriverebbe probabilmente da solo alle stesse ipotesi su cui sta lavorando la magistratura e che riguardano alcuni amministratori lombardi. In questo scenario mi viene da pensare che l'unica soluzione per venire fuori da questa merda (mi si permetta la finezza poetica) è quella di investire sui nostri ragazzi a scuola, nelle nostre famiglie, di qualsiasi colore siano. Insegnamo (o, almeno proviamoci) la legalità, la correttezza, la solidarietà e non il potere, il successo, le scorciatoie. Forse dieci minuti tolti al lavoro in più e dedicati ai ragazzi sono il miglior tesoro che possiamo accumulare. E, poi, informiamoci e partecipiamo; anche dal basso, per fav

Parola di Olumenebuna. Gattini

Il saggio Olumenebuna dice:  "Se la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi, una gatta cieca può fare dei gattini frettolosi?"

Tocch de veder

Venuta così. In un Agosto da record meteo, tra una massima che sale e una minima che, nemmeno di notte, vuole scendere più di tanto. In una città che sta ancora a chiedersi che cosa sia quello che che sta succedendo. E, chiedendeselo, suda. Dio, come suda. In mezz ai tocch de veder ho spaccáa sü la mia vita. Gh’era un teemp prima E teemp dopu ghe saránn. Ho cercáa de tiráá una riga, ho fàa sü dumàa graand dànn. Gira la storia in brasc a la vida, passèn i lagrim e passen i scaarp, passa via el veent che miscia i paróll, resten i gutt che i umbrej ciapèn no In mezz ai tocch de veder guardi e vedi i mèe tusánn. Principesse del mio regno, mandùmm via i mustri cattiiv. Gh'emm de scriiv la nostra storia cui culuur dei voster ann. Gira la roeda, passen i straad, restènn semafori e i mèe verità. Caden i stèll se hinn no tacaa, Ma crùus e i legnaad te spèten a càa. In mezz ai tocch de veder gh''era un tocch anca de ti. Ho tràa insèma trì paroll

Pronto? Sono Papa Francesco...

Metti che ti suona lo smartphone quando non te lo aspetti, magari in un caldo pomeriggio dell’estate siciliana 2015, e non hai voglia di rispondere.  Forse devi anche capire prima dove diavolo hai messo il telefono. Metti che poi trovi il telefono, guardi il display e ci trovi scritto “numero privato”: pensi allora che non basta già la caldazza; ci si mettono anche gli operatori telefonici a volerti vendere la loro nuova promozione. Cheppalle… Ti lasci alle spalle ogni remora e con un impeto misto tra il patriottismo e terminator decidi comunque di rispondere al telefono. E’ lì, in quel momento, che ti cambia tutto. “Pronto? Don Luca? Sono Papa Francesco…” Tutto vero.  E allora mettetevi nei panni del mio amico don Luca Saraceno. Così, tanto per provare, scrivete un libro che raccoglie le riflessioni di Francesco sulle lacrime. Lo stampate, lo spedite in Vaticano e Francesco ve lo legge. Poi vi chiama al telefono, vi ringrazia e si mette a chiacchierare con

Parola di Olumenebuna. Maionese

Il saggio Olumenebuna dice: "Ieri ho esagerato con l'olio e mi è impazzita la maionese. Ad un certo punto credeva di essere un ketchup. "

Parola di Olumenebuna. Tesori.

Il saggio Olumenebuna dice:  "Chi trova un amico trova un tesoro. Se poi l'amico trova il tesoro, allora non si trovano piú nè l'amico nè il tesoro."

Apps e non parole!

Tornando dal centro estivo con Lucia sul portapacchi della mia bici, ci infiliamo dentro i vialetti delle piste ciclopedonali del parco Nord. Su un lato della ciclabile c'è lì, bello, nuovo, mai visto, una  catasta di pezzi di legno: un vecchio armadio? Un letto? Una scrivania? Di sicuro spazzatura. Tiro i freni, e ci fermiamo davanti al mucchio di legno. "Lucy, adesso mi aiuti a fare una cosa utile?" "Sì". "Ti faccio fare una foto..." Tiro fuori il mio smartphone ed apro un'applicazione per segnalare ad AMSA i rifiuti abbandonati. Lo smartphone parla coi satelliti, così riesce a capire dove siamo. Scrivo nell'applicazione i dati richiesti e poi passo lo smartphone a Lucy. "Mi raccomando, una bella foto che faccia vedere tutta questa schifezza..." "Va bene. A cosa serve?" "La mandiamo ai signori che portano via la spazzatura..." "Bene, papino..." Lei scatta, mi ridà lo smartphone e io fa

Parola di Olumenebuna. Estinzione

Il saggio Olumenebuna dice: "Una società avanzata in grado di produrre e vendere prolunghe per farsi i selfie è senza dubbio destinata all'estinzione".

Sala d'attesa

Cosa mi passava per la testa in sala di attesa di un grande ospedale milanese? Questo... Il tempo muove le grandi eliche dove la mente sta per volare. I passi lasciano queste orme rigide verso la porta dove si potrà entrare. Sguardi che incrociano lancette e numeri é un nuovo giorno da ricordare. Fiati che scavano fino alle nuvole salmi e bestemmie da lasciar stare. O padre nostro dell'anestesia lasciaci il tempo, lasciaci il cuore per riabbracciare le nostre passioni per sdebitarci annusando un fiore. Padre del bisturi e delle suture non rimbalzare le nostre voci. Guarda lá fuori, guarda che sole. Guarda i colori, guarda le croci. Il sogno muove le grandi eliche...

NO EXPO?

Ci siamo quasi: l'ora della prova Expo per Milano si avvicina. Non mi ha mai entusiasmato questo Expo. Un enorme piastrone di cemento in un'area che era stata indicata come esondabile dal torrente Guisa. Un progetto realizzato a metà e costato più di quanto si prevedeva. Opere accessorie che saranno consegnate a Expo iniziato, se non già finito. Alla fine di tutto si smonteranno i padiglioni e rimarrà il piastrone, sperando che qualcuno non ci speculi sopra o che non rimanga un deserto di calcestruzzo; sarebbe l'ennesima beffa verso chi chiede meno grandi opere inutili, più verde, più attenzione alla qualità della vita e alle necessità delle nuove povertà che avanzano. Con Expo si dovrebbe mettere sul piatto il tema di nutrire il pianeta; per quello che si vede ora sono stati nutriti, e bene, i soliti meccanismi affaristici. Staremo a vedere. Nel primo giorno di Expo io me ne andrò a correre al parco nord, luogo adatto per nutrire lo spirito di chi vive i

Saint Joseph's Blues

Non si sa molto di me, se non che ho fatto da padre ad un figlio non mio. Me ne sono sempre stato in disparte: non mi è mai piaciuto far parlare di me; io, solo, perso nel mio dubbio dentro un disegno che non era il mio. Eppure quel figlio era diventato per me figlio e lo sentivo mio. Immaginate cosa ho provato quando ho visto le fruste, la condanna, i chiodi, la croce. Già, perchè io ero comunque lì: un papà c’è sempre quando si tratta della vita di un figlio. Non ho ancora capito perchè ho dovuto passare tutto questo soffrire, questo volermi spezzare la vita, che immaginavo diversa. Ogni anno, come voi, rivivo quei momenti.  Ma io non ho ancora guarito quelle ferite; e, allora, piango, urlo, grido il mio dolore. Qualche tempo fa ho incontrato qui dove mi trovo il buon Jim Morrison; gli ho chiesto in prestito una vecchia canzone dei Doors per urlare le mie parole e farmi sentire comunque vivo. Lui ha accettato: ne è venuta così fuori questa mia versione di Roadhouse blue

Sui generis

Da molto, troppo tempo, mi trovo in mezzo a dibattiti tra sordi scatenati dalle discussioni attorno alla legge sull’omofobia. C’è chi ci vede la un attacco alla società e alla famiglia uomo-donna, chi ci vede un’occasione per estendere diritti civili, chi per ottenere in alcuni casi e ad ogni costo cose, come i figli, che si potrebbero avere anche in un’ottica di legge di mercato sanitario. Pochi si ricordano che, in tutti questi dibattiti, devono contare più le persone che le categorie, di genere o meno, con cui si riconoscono o vogliamo inquadrarle.

Parigi è vicina

Quello che è successo oggi a Parigi mi continua a far girare nella testa una serie di domande e dubbi che si rincorrono e cercano una risposta che non trovano. Qual è il confine tra la satira e l'offesa? Come si può colpire alla testa un uomo a terra ferito che chiede di essere risparmiato? Come si può mettere in mezzo la divinità quando si usa un'arma contro un altro uomo? La parte più intima di ogni persona racchiude la sua sfera affettiva e sessuale, oltre alla sfera del suo credo, anche se il suo credo è credere che non ci sia nulla. Ogni volta che si discrimina o si ferisce qualcuno lì, anche con la satira, si colpisce nell'animo. Come scrivevo prima, oggi non ho che pensieri mischiati. E mi è venuto di scriverli in punta di penna, facendo uso di quelle stesse lettere che adoperano anche i vignettisti.