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Visualizzazione dei post da marzo, 2015

Saint Joseph's Blues

Non si sa molto di me, se non che ho fatto da padre ad un figlio non mio. Me ne sono sempre stato in disparte: non mi è mai piaciuto far parlare di me; io, solo, perso nel mio dubbio dentro un disegno che non era il mio. Eppure quel figlio era diventato per me figlio e lo sentivo mio. Immaginate cosa ho provato quando ho visto le fruste, la condanna, i chiodi, la croce. Già, perchè io ero comunque lì: un papà c’è sempre quando si tratta della vita di un figlio. Non ho ancora capito perchè ho dovuto passare tutto questo soffrire, questo volermi spezzare la vita, che immaginavo diversa. Ogni anno, come voi, rivivo quei momenti.  Ma io non ho ancora guarito quelle ferite; e, allora, piango, urlo, grido il mio dolore. Qualche tempo fa ho incontrato qui dove mi trovo il buon Jim Morrison; gli ho chiesto in prestito una vecchia canzone dei Doors per urlare le mie parole e farmi sentire comunque vivo. Lui ha accettato: ne è venuta così fuori questa mia versione di Roadhouse blue

Sui generis

Da molto, troppo tempo, mi trovo in mezzo a dibattiti tra sordi scatenati dalle discussioni attorno alla legge sull’omofobia. C’è chi ci vede la un attacco alla società e alla famiglia uomo-donna, chi ci vede un’occasione per estendere diritti civili, chi per ottenere in alcuni casi e ad ogni costo cose, come i figli, che si potrebbero avere anche in un’ottica di legge di mercato sanitario. Pochi si ricordano che, in tutti questi dibattiti, devono contare più le persone che le categorie, di genere o meno, con cui si riconoscono o vogliamo inquadrarle.