Passa ai contenuti principali

Racconto di inizio estate 2018


Sono qui, e posso guardare il mare.

Anzi, il mare mi circonda.
E’ parte di ogni mio respiro, con il vapore di acqua e sale che mi appartiene, entra nei miei polmoni e diventa me.
La mia pelle si è fatta più secca oggi, da quando il vento ha cominciato ad accarezzarmi.

Guardo in fondo la linea che separa il mare dal cielo, dove due azzurri diversi si confondono ed entrano l’uno nell’altro.
Dove finisce il primo e dove inizia il secondo?
All’infinito, forse.
E’ così anche per ognuno di noi: dove finisco io e dove inizia l’altro?

Guardo il mare, ma i miei occhi oggi non brillano, non lo riflettono.
Da un mese ormai la nave su cui appoggio i miei piedi non ha un porto dove attraccare.
Ho visto il mare di Libia e mi dicono che abbiamo solcato il mare d’Italia; forse vedremo il mare di Spagna o quello di Francia.

Sono qui, con altri uomini, cullato dalle onde: rollio e beccheggio mi riportano alle braccia di  mia madre.

Commenti

Post popolari in questo blog

Lettera dalla prima linea - racconto di Natale 2024

Veloce, come una raffica di vento che sposta la bandiera da un lato all’altro dell’asta che la lega a terra... Così ogni mia giornata cambia rapida di direzione, sempre in allerta, come da quando mi hanno messo qui, in questa fetida vita di prima linea. E allora passo le mie notti e le mie giornate a immaginare quello che sarà di me tra qualche giorno, tra qualche ora, mentre spero che il destino non mi abbia preparato qualcosa di diverso. Così adesso scrivo queste poche parole per passare il tempo prima che qualcuno o qualcosa mi assalga, nella vigilia di un Natale che si presenta con poche speranze. A poca distanza da me da me ci sono altre persone che non conosco; alcune sono anche pronte a prendere la mia vita per mantenere la loro. In queste lotte tra nani e giganti ci affrontiamo credendo ognuno nel proprio dio, messo sul tavolo per mostrare chi ha quello più potente. Non so, non potrò mai sapere cosa sarà di me domani, se sarò a bermi un chinotto su un tavolo in piazza o in giro...

Sentinelle

Siamo impasto di atomi mischiato con i sensi, trascinati nel tempo e nello spazio con i nostri drammi ed i nostri scudetti. E siamo sempre in allerta, come sentinelle, pronte a dare la vita per salvare quei legami che ci fanno sentire umani.

Sotto questo verde blu d’Irlanda

Sotto questo verde blu d’Irlanda riabbraccio mia figlia partita da giorni, mentre il centro di Dublino sfidando la torre di Babele, punta l’infinito e squarcia il sole. Sotto questo verde blu d’Irlanda l’umanità si scambia birra e sorrisi. Violini, chitarre, flauti e banjo fondono in concerto l’odore della terra e delle strette strade che ti portano a casa. Sotto questo verde blu d’Irlanda  trovi un Dio che piange perché divide. E le bandiere, i murales, i simboli sono la sua moderna croce dove si uccide la pace tra gli uomini. Sotto questo verde blu d’Irlanda la strada scorre lenta, monastica, il piede percorre le alte scogliere dalla torre lo sguardo cerca il delfino o il puffin mentre un taglio di sole ti ribalta i colori. Sotto questo verde blu d’Irlanda  ho respirato, ho visto, ho cantato,  ho amato, odiato, bestemmiato, provando a scrivere un nuovo atto di questa commedia inspiegabile  che è la mia piccola, volgare, vita.