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Il cattofeticismo

E' ormai assodato il cambiamento in chiave cattolico-feticista del Ministro degli Interni. Lo abbiamo visto tempo fa maneggiare un Vangelo in campagna elettorale; anche giorni fa, a Pontida, ci è ricascato ed ha tenuto il suo discorso con un rosario al polso. Data la piega che prende il messaggio politico del Ministro, provo ad immaginare quale potrebbe essere l'oggettistica che potrebbe affiancarlo nei suoi prossimi discorsi, con tanto di foto che viaggiano sui social. Tanto per dare qualche dritta: - l'ampolla col sangue di san Gennaro; - il sacro chiodo della corona Ferrea nel Duomo di Monza; - il pannolino di Gesù (esiste, e si trova nel duomo di Spoleto); - la lingua di sant'Antonio da Padova; - uno degli svariati denti di San Giovanni Battista sparsi per l'Europa. Da cristiano, quale provo ad essere, ho un rammarico ed una certezza. Il rammarico per l'uso distorto di questi segni (che potrebbe essere anche un colpo allo stomaco...

Donald VS Kim

Due bambini dell’asilo stanno facendo casino Non sanno proprio a quale giochi giocare “Lui ha il missilino!” “Lui ha il parrucchino!” “Lui ha il missilino!” “Lui ha il parrucchino!” Il primo dice che l’altro è vecchio  e rimbambito II grande chiama l’altro “uomo razzo” un po’ impazzito. un po’ impazzito. E adesso cosa vorranno fare? Adesso cosa vorranno dire? Se una testata arriverà... Chi la darà? Chi la darà? Certo che a riportare quei bambini dentro l’asilo infantile, si prenderebbero a testate per niente ma è salvo l’oriente. Ma è salvo l’oriente. E all’arrivo della democrazia dei litiganti chissà cosa sarà? Missilone… missilino lanceró! Lanceró! Con il biondo che vuole ordine e disciplina e chi non fa quello che gli dice lui chiuso in cantina! Butto chiavina! Se quello moro la vuole menare con quella vecchia storia di nonno e papá… Il biondo ha già costruito cento muri di carta pesta. Di carta pesta! I due bimbi dell’asilo non fanno piú ca...

Adeste fideles...

Signor Matteo Salvini, signor Ignazio La Russa, signora Mariastella Gelmini. Ho visto le immagini di Rozzano, dove siete lì con le bandiere, i volantini e il presepe. Sì, volutamente ho messo ultimo nell'elenco il presepe. Sono triste; triste nel vedere che si vuole utilizzare anche la natività per semplificare messaggi, lanciare slogan, fare notizia. Lo dico da cattolico che prova a fare il cattolico. Sono triste, perchè si torna ancora una volta a fare battaglie sui simboli, dimenticandosi che sono solo simboli. E questa volta tiriamo in ballo la natività, che ci ricorda che il figlio di Dio è nato nella povertà, mentre era profugo in fuga da chi lo voleva colpire, senza nessuno che lo accogliesse. E' la storia che si ripete, vero? Se proprio c'è un luogo sicuro dove non vi toccheranno mai il presepe, ecco, quello è il vostro cuore. Preparare il cuore ad accogliere il Dio povero e profugo nel nostro personale presepe è un'idea originale; e poi...

The answer is blowin' in the wind

Ho trovato un foglio sotto i tergi della mia macchina. C'erano poche righe. " Messaggio da Dio. In qualsiasi modo mi chiamate, guardate che io non c'entro nulla con cose tipo quella di Parigi. Cosí come non c'entravo nulla con le crociate o con tutta quella serie di cose terribili che avete fatto nel tempo tirandomi in ballo. Se avete bisogno di un prestanome per i vostri interessi cercate per favore qualcun altro." Poi il foglietto è volato via, portato da un vento teso. Forse sará arrivato tra altre mani o sotto altri tergi.

No EXPO? - Reloaded

Alla fine ho ceduto: sono andato ad Expo. E per ben due volte. La prima volta perchè Lucia e Alessia chiedevano da un pezzo di vedere l'albero della vita di sera. La seconda, a cinque giorni dalla chiusura, per non buttare via un biglietto giá comprato ad aprile. Alla fine sí, qui lo scrivo, andava visitato. Per i padiglioni, i colori, le persone... soprattutto per le persone. Un frullato di razze, gender, etá, famiglie, scuole, cravatte, giacche e vestiti improbabili. Se questa "bellezza dell'altro diverso da te" è stato il vero valore di Expo (al di lá dei begli intenti sul cibo che si son visti proprio pochino...), allora que viva Expo! Ma, nonostante questo, ho ancora un tarlo, una vocina che mi rode dentro: che sará di quel benedetto piastrone di cemento una volta che avremo spento l'albero e smontato i padiglioni? Per favore non fatemi brutte sorprese e non fatemi ripensare al mio iniziale No Expo... PS: ho passato un po' di tempo a...

Eccellenza postLombarda

Le notizie di oggi sugli arresti ed indagati eccellenti in Lombardia sono sicuramente ad effetto. Sono sicuro che comunque (tanto in Lombardia, per rimanere in tema, quanto fuori Lombardia), un cittadino curioso che incrociasse un paio di dati reperibili oggi (sul web o per trasparenza dovuta degli enti pubblici), arriverebbe probabilmente da solo alle stesse ipotesi su cui sta lavorando la magistratura e che riguardano alcuni amministratori lombardi. In questo scenario mi viene da pensare che l'unica soluzione per venire fuori da questa merda (mi si permetta la finezza poetica) è quella di investire sui nostri ragazzi a scuola, nelle nostre famiglie, di qualsiasi colore siano. Insegnamo (o, almeno proviamoci) la legalità, la correttezza, la solidarietà e non il potere, il successo, le scorciatoie. Forse dieci minuti tolti al lavoro in più e dedicati ai ragazzi sono il miglior tesoro che possiamo accumulare. E, poi, informiamoci e partecipiamo; anche dal basso, per fav...

Apps e non parole!

Tornando dal centro estivo con Lucia sul portapacchi della mia bici, ci infiliamo dentro i vialetti delle piste ciclopedonali del parco Nord. Su un lato della ciclabile c'è lì, bello, nuovo, mai visto, una  catasta di pezzi di legno: un vecchio armadio? Un letto? Una scrivania? Di sicuro spazzatura. Tiro i freni, e ci fermiamo davanti al mucchio di legno. "Lucy, adesso mi aiuti a fare una cosa utile?" "Sì". "Ti faccio fare una foto..." Tiro fuori il mio smartphone ed apro un'applicazione per segnalare ad AMSA i rifiuti abbandonati. Lo smartphone parla coi satelliti, così riesce a capire dove siamo. Scrivo nell'applicazione i dati richiesti e poi passo lo smartphone a Lucy. "Mi raccomando, una bella foto che faccia vedere tutta questa schifezza..." "Va bene. A cosa serve?" "La mandiamo ai signori che portano via la spazzatura..." "Bene, papino..." Lei scatta, mi ridà lo smartphone e io fa...

NO EXPO?

Ci siamo quasi: l'ora della prova Expo per Milano si avvicina. Non mi ha mai entusiasmato questo Expo. Un enorme piastrone di cemento in un'area che era stata indicata come esondabile dal torrente Guisa. Un progetto realizzato a metà e costato più di quanto si prevedeva. Opere accessorie che saranno consegnate a Expo iniziato, se non già finito. Alla fine di tutto si smonteranno i padiglioni e rimarrà il piastrone, sperando che qualcuno non ci speculi sopra o che non rimanga un deserto di calcestruzzo; sarebbe l'ennesima beffa verso chi chiede meno grandi opere inutili, più verde, più attenzione alla qualità della vita e alle necessità delle nuove povertà che avanzano. Con Expo si dovrebbe mettere sul piatto il tema di nutrire il pianeta; per quello che si vede ora sono stati nutriti, e bene, i soliti meccanismi affaristici. Staremo a vedere. Nel primo giorno di Expo io me ne andrò a correre al parco nord, luogo adatto per nutrire lo spirito di chi vive i...

Sui generis

Da molto, troppo tempo, mi trovo in mezzo a dibattiti tra sordi scatenati dalle discussioni attorno alla legge sull’omofobia. C’è chi ci vede la un attacco alla società e alla famiglia uomo-donna, chi ci vede un’occasione per estendere diritti civili, chi per ottenere in alcuni casi e ad ogni costo cose, come i figli, che si potrebbero avere anche in un’ottica di legge di mercato sanitario. Pochi si ricordano che, in tutti questi dibattiti, devono contare più le persone che le categorie, di genere o meno, con cui si riconoscono o vogliamo inquadrarle.

Parigi è vicina

Quello che è successo oggi a Parigi mi continua a far girare nella testa una serie di domande e dubbi che si rincorrono e cercano una risposta che non trovano. Qual è il confine tra la satira e l'offesa? Come si può colpire alla testa un uomo a terra ferito che chiede di essere risparmiato? Come si può mettere in mezzo la divinità quando si usa un'arma contro un altro uomo? La parte più intima di ogni persona racchiude la sua sfera affettiva e sessuale, oltre alla sfera del suo credo, anche se il suo credo è credere che non ci sia nulla. Ogni volta che si discrimina o si ferisce qualcuno lì, anche con la satira, si colpisce nell'animo. Come scrivevo prima, oggi non ho che pensieri mischiati. E mi è venuto di scriverli in punta di penna, facendo uso di quelle stesse lettere che adoperano anche i vignettisti.

L'estinzione via chat

Ormai ne sono certo: siamo destinati all'estinzione. Non è necessario scomodare facili profezie di Nostradamus o riferimenti agli scritti dell'Apocalisse. Basta capitare una volta, magari scoprendosi trascinati a nostra insaputa, dentro una chat di gruppo di una applicazione qualsiasi in voga oggi sugli smartphone; giusto per capirci, una roba tipo Whatsapp, per citare un esempio. Tra frasi, domande, risposte, faccine, cuoricini, cazzi propri e altrui di tutti quelli tirati nel mucchio della chat di gruppo, la sensazione che i nostri giorni stanno inesorabilmente finendo è chiara. L'unico modo per salvarsi è uscirne o, al limite, assumerne solamente una modica quantità giornaliera.

Il Paese che non vorrei

La settimana scorsa, in occasione di una riunione di ministri UE a Milano, le bici pubbliche di BikeMi sono state addobbate ciascuna con una bandierina di uno dei Paesi dell'Unione. Le bandierine già dopo 3 giorni non si vedevano più e, ancora oggi, si vedono sui manubri i moncherini delle astine in plastica che le reggevano. Non so in quali case, in quali uffici, in quali cassetti siano state messe da chi se le è prese. Non è questo il punto. Ma è che abbiamo la coscienza civica pari a quella di un paramecio. Complimenti; se questi sono gli italiani con il rispetto di ciò che è "pubblico e, quindi, di tutti", PIL o non PIL, non andremo mai lontano. La foto è tratta da www.ilgiorno.it

Morire di bici

Vicino al mio ufficio, a poche centinaia di metri in linea d'aria, oggi una donna in bicicletta perdeva la vita sotto le ruote di un camion. Non è stata stavolta la velocità: sembra che nel fare una svolta il mezzo pesante non abbia visto la ciclista ed abbia fatto la classica e pericolosa manovra del "gancio". Ancora una volta ci si rende conto di quanto sia fragile e debole il ciclista, stretto tra gli spazi lasciati liberi dalle lamiere di più svariate dimensioni. Ancora una volta si capisce quanto sia testardo e sognatore il ciclista che comunque, nonostante i rischi, continua a credere che si possano costruire città e luoghi migliori di questi. Continueremo a pedalare: caschetto in testa, luci e bande riflettenti, freni in ordine e qualche consiglio sulla guida sicura in città che potete trovare  qui.

Due ruote nell'inverno di città

Anche in inverno si può continuare a pedalare in bicicletta per le strade? Sì, ma bisogna tenere conto di come le condizione del tempo ci rendono un po’ più difficile stare in piedi sulle nostre 2 ruote. Butto lì allora qualche appunto che riassume quello che ho provato sulle strade di città pedalando con pioggia, neve, ghiaccio. Da umile ciclista urbano, senza pretese. Con PIOGGIA: - Se la visibilità è scarsa accendere sempre i fanalini anteriore e posteriore - Attenzione alle pozzanghere: potrebbero nascondere una buca nell’asfalto. Rallentare e, se non si riesce ad evitarla entrarci lentamente. - Attenzione alla vernice della segnaletica orizzontale: è liscia e vi può far mancare il grip. Cercate di evitarla. Se ci dovete passare sopra curvando, rallentare e cercare di evitare il più possibile la “piega”, preferendo la sterzata. - Attenzione alle rotaie dei tram: diventano saponette. Passarle con traiettorie oblique, mai in piega. - Gli spazi di frenata aumentano, spe...

Non ha prezzo

Provare a correre e concludere la tua prima mezza maratona. Correre in gruppo in mezzo a tanti altri che, come te, ci provano. Vedere che, piano, davanti a te scorrono i cartelli dei chilometri. Vedere un airone che prende il volo mentre tu gli corri di fianco. Seguire i pensieri che scorrono nella mente mentre i tuoi piedi solcano orme di chi è già passato. Sentire il tuo respiro che si incastra, ritmico, tra i tuoi passi. Guardare tua moglie e le tue bimbe che sono venute ad aspettarti. Vedere le tue bimbe che ti corrono incontro mentre stai arrivando. Fottersene del cronometro e passare il traguardo con loro, tenendole per mano. Scusate tanto, ma tutto questo non ha prezzo. Dedicato a Laura, Lucia, Alessia. La foto è di Roberto Mandelli e pubblicata sul sito podisti.net all'URL http://bit.ly/17FcWgc

Quasi Nobel

Qualche giorno fa ho letto la notizia della candidatura di Roberto Vecchioni al Nobel per la letteratura. Mi sono messo ad ascoltare i pezzi del suo nuovo disco, per scoprire qualche verso, rima, citazione che mi convincesse ancora di più sul suo modo di fare musica. Ho trovato, tra le canzoni, una perla che mi ha lasciato senza fiato: un capolavoro di musica, di parole e, soprattutto, di speranza. Non resisto, la devo riportare così com'è, lunga ma spettacolare. Con un po' di sana invidia, sapendo che, nonostante i miei ripetuti scarabocchi, non riuscirò a piegare così bene le parole per farle entrare nell'anima. Ho conosciuto il dolore, di persona si intende, e lui mi ha conosciuto siamo amici da sempre; io non l’ho mai perduto lui tanto meno che anzi si sente come finito se per un giorno solo non mi vede o non mi sente Ho conosciuto il dolore e mi è sembrato ridicolo quando gli do di gomito quando gli dico in faccia: “ma a chi vuoi far paura ?” Ho con...

Fari

Dove c'è un faro c'è un porto, un riparo, una terra dove posare il piede. Dai fari si vede l'orizzonte: molti si trovano su scogliere bellissime, come quello di Capo Spartivento. Poco più di un chilometro di strada sterrata, con una buona pendenza costante lo separa dal livello del mare. I rapporti del pignone e della moltiplica erano finiti mentre salivo per arrivarci: ormai servivano solo fiato, gambe, cuore. Ho ritrovato oggi la foto che avevo scattato al faro, ripensando alla vista che spaziava sull'orizzonte tirrenico, in direzione dell'Africa. E mi sono venute in mente tutte quelle persone, migranti o profughi, che hanno provato a raggiungerlo un faro, venendo però dal mare, e non ci sono mai riuscite.

Cinquemila!

Oggi il contatore di accessi è scattato sul numero 5000. Cinquemila pagine viste. Per molti è poco, per me è comunque tanto, se penso che comunque il blog è un frullato incostante di idee, scritti, fotografie messi lì quando la voglia di scrivere prende il sopravvento sul sonno. Cinquemila grazie ancora a voi, voi che passate qui per caso e voi che, nonostante tutto, decidete di ritornare.

E anche Andrea se ne va

Dopo l'Enzo, in questo gelido 2013 se n'è andato anche don Andrea Gallo, e un altro pezzo di volto di Dio non è più con noi. In molti lo hanno ricordato tra credenti e non credenti, poche sono state le parole delle gerarchie della chiesa cui apparteneva. Forse proprio questo è a garanzia del suo messaggio, che me lo rende profeta in quella chiesa cui appartiene, in uno strano mix, assieme a don Ciotti e Alex Zanotelli ma dove ci trovi anche Scola e l’Opus Dei. Oggi il manifesto gli dedicava la prima pagina titolava “Il padre nostro”: uno dei titoli più riusciti e che riassume quanto quella di Andrea fosse una voce ascoltata in modo particolare da chi con le sacrestie non ha molto a che vedere. Ciao a te, don Andrea, dunque. I tuoi ultimi ti aspettano a braccia aperte. E, se ho letto bene un po’ di testi sacri, Dio si è fatto ultimo: questo, su come verrai accolto lassù, fa ben sperare.  La foto è tratta da Wikipedia

Segno indelebile

Da sabato scorso, nella mia via, c'è una grossa macchia di sangue. E' il segno, per ora indelebile, di una vita spezzata da un uomo con un piccone; una delle tre vite fermate in un mattino di primavera a Niguarda. E' una sensazione che non so descrivere sapere che è potuto accadere lì, a pochi passi dal portone, e senza un motivo apparente, sempre che si possa mai trovare un motivo qualsiasi per fermare una vita. Ma è una sensazione altrettanto fastidiosa quella che provo quando vedo che si prende questo episodio a sostegno o a critica di una campagna politica. Ovviamente la giustizia deve esercitare il suo ruolo. Ma penso che, ora, contino più il rispetto del dolore, il silenzio e la scommessa di poter ritrovare la sicurezza di vivere nei nostri quartieri rafforzando legami e non solo arroccandoci nei nostri spazi, soli e con l'eterna paura dell'altro, di qualsiasi religione o provenienza sia.