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Visualizzazione dei post con l'etichetta Bicicletta

Apps e non parole!

Tornando dal centro estivo con Lucia sul portapacchi della mia bici, ci infiliamo dentro i vialetti delle piste ciclopedonali del parco Nord. Su un lato della ciclabile c'è lì, bello, nuovo, mai visto, una  catasta di pezzi di legno: un vecchio armadio? Un letto? Una scrivania? Di sicuro spazzatura. Tiro i freni, e ci fermiamo davanti al mucchio di legno. "Lucy, adesso mi aiuti a fare una cosa utile?" "Sì". "Ti faccio fare una foto..." Tiro fuori il mio smartphone ed apro un'applicazione per segnalare ad AMSA i rifiuti abbandonati. Lo smartphone parla coi satelliti, così riesce a capire dove siamo. Scrivo nell'applicazione i dati richiesti e poi passo lo smartphone a Lucy. "Mi raccomando, una bella foto che faccia vedere tutta questa schifezza..." "Va bene. A cosa serve?" "La mandiamo ai signori che portano via la spazzatura..." "Bene, papino..." Lei scatta, mi ridà lo smartphone e io fa...

Frenaaaaaaa!!!

Ogni tanto ritorno a scrivere di bici. Stavolta di freni V-Brake.  Sarà che mi sfiorano i SUV, sarà che quella del ciclista urbano è una vita grama e dura, ma portarsi a casa la pellaccia è anche una questione di freni, tanto è vero che io mediamente cambio un paio di pattini all’anno. Ne ho provati molti, da quelli alla liquirizia che vendono all’IperCoop, a quelli di Decathlon, a quelli di marca generica comprati nel mercato virtuale o nei negozi di bici. Da una settimana ho montato i BBB Tristop a pattini intercambiabili; è un altro mondo: frenata modulabile, sicura e progressiva, nessun fischio quando il pattino tocca la pista frenante. E' una mescola indicata anche per il tempo piovoso, e anche lì fanno il loro bel dovere. Unico neo: costicchiano. Circa 15 eur alla coppia. Finiti i gommini, si cambiano solo questi, mentre si tiene tutto il corpo pattino. Forse 15 euro sembrano tanti, ma a pensare che senza quelli la bici non si ferma… I BBB TriStop li po...

Il Paese che non vorrei

La settimana scorsa, in occasione di una riunione di ministri UE a Milano, le bici pubbliche di BikeMi sono state addobbate ciascuna con una bandierina di uno dei Paesi dell'Unione. Le bandierine già dopo 3 giorni non si vedevano più e, ancora oggi, si vedono sui manubri i moncherini delle astine in plastica che le reggevano. Non so in quali case, in quali uffici, in quali cassetti siano state messe da chi se le è prese. Non è questo il punto. Ma è che abbiamo la coscienza civica pari a quella di un paramecio. Complimenti; se questi sono gli italiani con il rispetto di ciò che è "pubblico e, quindi, di tutti", PIL o non PIL, non andremo mai lontano. La foto è tratta da www.ilgiorno.it

Ciclista blues

Io qui invano che traffico nel traffico, oh yeah uomo, ruote, catena, luci e telaio; riga gialla che traccia la mia strada, oh yeah, ma c'è poi la moto che col suo moto, mi mette in moto un moto contro le moto, oh yeah; e la ciclabile ormai, sai, non è più ciclabile ma solo pista e terra di conquista, oh yeah. E poi che fila di file in doppia fila, oh yeah, e filo la fila, filo qualcuno se mi infila; se l'auto è mobile perchè se ne sta immobile, oh yeah col suo lampeggio di frecce intermittenti per quelle frecce io più non sfreccio, no, non sfreccio, oh yeah; e non si apra mai davanti a me una porta, perchè una porta non sai mai dove ti porta, oh yeah. Oh madonna, madonnina del Ghisallo, oh yeah indica tu la strada che mi farà strada; dammi quel casco che mi salva quando casco, oh yeah; tu che sei la luce, su accendi la mia luce, tirami il freno se guido senza freno oh yeah; fammi ritornare, baby, fammi sempre ritornare c'è almeno un cuore che è stan...

Morire di bici

Vicino al mio ufficio, a poche centinaia di metri in linea d'aria, oggi una donna in bicicletta perdeva la vita sotto le ruote di un camion. Non è stata stavolta la velocità: sembra che nel fare una svolta il mezzo pesante non abbia visto la ciclista ed abbia fatto la classica e pericolosa manovra del "gancio". Ancora una volta ci si rende conto di quanto sia fragile e debole il ciclista, stretto tra gli spazi lasciati liberi dalle lamiere di più svariate dimensioni. Ancora una volta si capisce quanto sia testardo e sognatore il ciclista che comunque, nonostante i rischi, continua a credere che si possano costruire città e luoghi migliori di questi. Continueremo a pedalare: caschetto in testa, luci e bande riflettenti, freni in ordine e qualche consiglio sulla guida sicura in città che potete trovare  qui.

Due ruote nell'inverno di città

Anche in inverno si può continuare a pedalare in bicicletta per le strade? Sì, ma bisogna tenere conto di come le condizione del tempo ci rendono un po’ più difficile stare in piedi sulle nostre 2 ruote. Butto lì allora qualche appunto che riassume quello che ho provato sulle strade di città pedalando con pioggia, neve, ghiaccio. Da umile ciclista urbano, senza pretese. Con PIOGGIA: - Se la visibilità è scarsa accendere sempre i fanalini anteriore e posteriore - Attenzione alle pozzanghere: potrebbero nascondere una buca nell’asfalto. Rallentare e, se non si riesce ad evitarla entrarci lentamente. - Attenzione alla vernice della segnaletica orizzontale: è liscia e vi può far mancare il grip. Cercate di evitarla. Se ci dovete passare sopra curvando, rallentare e cercare di evitare il più possibile la “piega”, preferendo la sterzata. - Attenzione alle rotaie dei tram: diventano saponette. Passarle con traiettorie oblique, mai in piega. - Gli spazi di frenata aumentano, spe...

Fari

Dove c'è un faro c'è un porto, un riparo, una terra dove posare il piede. Dai fari si vede l'orizzonte: molti si trovano su scogliere bellissime, come quello di Capo Spartivento. Poco più di un chilometro di strada sterrata, con una buona pendenza costante lo separa dal livello del mare. I rapporti del pignone e della moltiplica erano finiti mentre salivo per arrivarci: ormai servivano solo fiato, gambe, cuore. Ho ritrovato oggi la foto che avevo scattato al faro, ripensando alla vista che spaziava sull'orizzonte tirrenico, in direzione dell'Africa. E mi sono venute in mente tutte quelle persone, migranti o profughi, che hanno provato a raggiungerlo un faro, venendo però dal mare, e non ci sono mai riuscite.

In quota

La ruota appoggia prima sicura sul piccolo nastro di asfalto, poi ballerina sul ghiaietto che salta come grani di rosario. Le gambe cercano il ritmo, la cadenza, la sinfonia mentre il cuore non le segue e preferisce una lenta ballata. Salgo tra prati verdi, sprazzi di azzurro e nuvole grigie con gli occhi assetati dei giganti di roccia chiara che fanno da sfondo alla mia voglia di andare. Respiro il mondo e sento di essere il suo respiro. Poi la pioggia vince sull'azzurro, il fango sulla polvere: si torna. Con un arcobaleno a salutare comincio la discesa disegnando solo qualche lenta traiettoria disponibile mentre le gocce picchiano sugli occhiali come batteria in uno swing con un assolo che mi accompagnerà fino a casa. Questo è quanto mi rimane negli occhi e nel cuore delle, ahimè, poche pedalate che sono riuscito a fare sull'Alpe di Siusi. Non so se esiste un dio dei ciclisti, ma quello che vi posso dire è che uno dei paradisi che ha creato è proprio lì, sull...

Ladri di biciclette

Questa mattina la pagina milanese del sito web di Repubblica pubblicava un interessante link ad un filmato girato in diverse zone di Milano: un finto ladro si metteva a rubare biciclette tagliando catene e trefoli alla luce del sole, indisturbato, tra la gente che gli camminava accanto. Il messaggio era chiaro: guardate come è facile rubare una bicicletta (i tempi vanno da 1 ad una manciata di minuti) e non pensate che basta legarla dove c'è gente per sentirsi più sicuri. Tutto vero. Un amarcord mi dice che anche a me è capitato, non in Duomo, ma sulle strade della Bicocca. Colpa della serratura di un vecchio trefolone rinforzato che si era rotta, ma con la mia bici attaccata a un palo. Impossibile girare la chiave. L'unica era forzare il trefolo. E allora, cesoie alla mano, con il mio amico Fabrizio abbiamo passato qualche minuto a tagliare trefoli, mentre pensavo a cosa avrei mai potuto dire a chi passava di lì o, peggio, a una pattuglia di vigili ...

Tracce

Una traccia da seguire, fin quando ce n'è.  Poi diventa una riga da tracciare quando nessuno lo ha ancora fatto. Non sarà tutto qui, ma anche questo è la vita. Milano nella neve, ciclabile Parco Nord, 11 Febbraio 2013

In bici nella neve con la Schwalbe Marathon

Ore 7 di un venerdì mattina diverso a Milano, quello dove quando alzi la tapparella vedi che sono caduti nella notte una decina di centimetri di neve. Anche oggi si prova ad andare al lavoro in bici; è il battesimo della neve per le gomme Schwalbe Marathon Plus Tour che monto da quest'estate. Hanno già viaggiato per quasi 2000 km: sullo sterrato e sull'asfalto, in condizioni di asciutto e bagnato hanno sempre offerto una buona aderenza, anche se per la loro composizione con inserto antiforatura devono essere gonfiate a pressioni un po' più alte del normale, attorno ai 5 bar. Ma oggi era la prima volta sulla neve. Ho trovato condizioni di neve alta e fresca non battuta (piste ciclabili), lastre compatte di neve pressata e non ghiacciata, poltiglia di fango e neve, velo di neve su strada. Ecco come si sono comportate le Marathon Plus Tour. Neve alta e fresca: + . Nessun grip sulla ruota posteriore, nessuna direzionalità sulla ruota anteriore. Si scende dalla bici e si ...

Elogio della felicità

La gente della mia città è felice. Sorride, mentre rimane nel suo mondo fatato. Stamattina gente che non conosco mi ha guardato e mi ha sorriso. Non so se si rivolgevano a me o alla piccola Alessia mentre, imbacuccata sul seggiolino della bici, stava andando sulla ciclabile per il nido. Il primo uomo felice occupava con sua lunga automobile le strisce pedonali e lo scivolo per i disabili. L'ho guardato, dicendogli "Le strisce!": lui mi ha sorriso, felice, continuando a farsi i cazzi suoi. Poco più avanti un altro signore con il suo scooter si para avanti a me, sbarrando il passaggio della ciclabile. Suono il campanello ma, siccome il campanello non è la tromba di un tir, lui non fa una piega. Gli passo davanti e, con voce un po' altina, gli dico che è in mezzo al passaggio. Ovviamente non si sposta: mentre devo girargli attorno per passare, cerco con i miei occhi i suoi occhi sotto la visiera del casco. Vedo che sorride. Anche lui è felice. Per il rest...

Valico

Un piccolo racconto. Piccolo ma, almeno per me, con un grande significato. Buona lettura. La strada non dava il tempo di fiatare, di respirare in un modo regolare. L'aria quasi era fastidiosa. Bruciava, seguendo il suo giro dal naso ai polmoni. I paracarri passavano come grani di un rosario. Le dita delle mani giocavano con le leve sul manubrio, anche se non poteva più contare su rapporti migliori. Le gambe mulinavano ormai con fatica. Non ce la faceva a tenere quel passo, anche se ormai blando. Svalicò. Guardò per un attimo le cose dall'alto e capì. Il cuore saltò la regolarità dei battiti per un attimo: si sentì emozionato e percorso da un brivido di fuoco. "Benedetto giorno di ferie" si disse. Strinse le mani sul manubrio della bicicletta e si mise sulla strada di ritorno a casa. Scendendo, una lacrima di felicità gli percorse una guancia. Sapeva che non era stata l'aria a fargliela uscire: questo però non lo avrebbe detto alle bambine, che lo...

Pedalando senza frontiere

Se volete capire cosa vuole dire viaggiare in bicicletta senza confini c’è una pista ciclabile che fa per voi: è la ciclopista della Drava, che parte da Dobbiaco ed arriva fino a Maribor, in Slovenia. La prima tappa, da Dobbiaco all’austriaca Lienz è poi una grande passeggiata: praticamente tutta in discesa, tutta su asfalto, tutta in sede protetta. Il paradiso dei cicloturisti. L’ho percorsa con Laura, Alessia e Lucia, con le bimbe sui seggiolini montati sulle nostre bici; 47 km in due ore e poco più di percorso, tutto in mezzo a boschi e prati con il fiume Drava che accompagna i ciclisti nella loro discesa. Sulla ciclopista si incontra di tutto: bici in carbonio tecnicissime, pesantissime ferraglie da pochi euro, tanto è tutta a scendere. Tutine aderenti e colorate, bermuda a fiori, gonne svolazzanti, fuseaux. Bambini supersprint, anziani ciclo dipendenti, signore con le selle imbottite; carrellini al traino con cani e bambini, seggiolini e caschetti colorati. I pochi s...

Salviamo i ciclisti: anche io aderisco

Gentili direttori del Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport, Il Messaggero, Il Resto del Carlino, il Sole 24 Ore, Tuttosport, La Nazione, Il Mattino, Il Gazzettino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale, Il Secolo XIX, Il Fatto quotidiano, Il Tirreno, Il giornale di Sicilia, Libero, La Sicilia, Avvenire. La scorsa settimana il Times di Londra ha lanciato una campagna a sostegno delle sicurezza dei ciclisti che sta riscuotendo un notevole successo (oltre 20.000 adesioni in soli 5 giorni). In Gran Bretagna hanno deciso di correre ai ripari e di chiedere un impegno alla politica per far fronte agli oltre 1.275 ciclisti uccisi sulle strade britanniche negli ultimi 10 anni. In 10 anni in Italia sono state 2.556 le vittime su due ruote, più del doppio di quelle del Regno Unito. Questa è una cifra vergognosa per un paese che più di ogni altro ha storicamente dato allo sviluppo della bicicletta e del ciclismo ed è per questo motivo chi...

Spruzzar catene sulla bici

In cantina dormiva sonni tranquilli una bomboletta di catene spray, acquistato qualche anno fa da tenere in macchina per emergenze. Mai usata: infatti ho preferito montare le gomme termiche ed andare sul sicuro (le consiglio decisamente: ieri su asfalto innevato e scivoloso sono andato senza mai sbandare, con una sensazione di auto attaccata a terra che fa bene al cuore). Ho provato ad usare allora la bomboletta sulle gomme della bici, per vedere l'effetto che fa. Lo spray crea uno strato appiccicoso all'inizio lasciando poi il battistrada un po' rugoso, giusto per fare grip. Nel dubbio ne ho messo poco, non volendo trovarmi con le gomme fuse. Salto sui pedali e... sarà l'effetto Lourdes, ma sul paltone sembrava di andare meglio e così anche sulla neve fresca, dove non si scivolava. Aspetto adesso di capire come si comporta la bici su neve compatta, solcata o gelata.  Ricordandomi, ovviamente, che le ruote son solo due e se ne scivola una... Ho scoperto...

Fiocchi

La neve scende mentre scrivo. Sono più i fiocchi o le parole che ho detto, letto o scritto fino ad oggi? Guardo la neve. Due anni fa nasceva Alessia: il freddo, il ghiaccio, i fiocchi erano gli stessi. Fil rouge. Vorrei uscire, camminare tra i fiocchi che scendono o pedalare nei viali del parco. Bagnarmi di neve, sentirmi parte di quello che vedo. Vorrei scrivere, ma la tentazione di guardare i fiocchi cadere è troppo forte. C'è questa parte bambina in me che ancora si meraviglia nel vedere una strada che si imbianca. E' questa, penso, che fa andare avanti anche il resto di me stesso. E nevica ancora.

Re di picche

Stamattina ho dovuto alzarmi presto. Pochi minuti dopo le 6 ho preso la mia bici e ho cominciato a pedalare sui viali del parco e poi per le strade di periferia. Brina e nebbia: il buio e l’alba. Nessuno oltre a me. Solo il rumore delle gomme sull’asfalto. Solo le luci della bicicletta. Poche auto. Mi sono sentito bene. Forse come un re. Come un re senza trono, regni, poteri. Solo il potere di trovare un po’ di bellezza in questa città e pensare che un altro modo di vivere è possibile.