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Visualizzazione dei post da maggio, 2014

La linea che unisce

Prendete un treno, guardate fuori dal finestrino e capirete quanta varia umanità vive lungo i rilevati dei binari e sotto i ponti. Quello che scrivo qui sotto, poi, potrebbe arrivare da lì. Chissà. Un monologo? Chissà Un lamento? Chissà. Una preghiera? Padre delle linee, lungo la linea che unisce gli alberi, sai, ci abbracciano con le righe parallele che si piegano al volere del vento; vento che accarezza le loro teste, che strappa le loro foglie, come piccoli aerei con le loro storie per atterrare lontano. Padre delle finestre, piccoli spicchi del mondo, buchi che con la luce ci colorano il muro da fuori col gioco del sole, schermi dove proiettiamo i nostri occhi stanchi, rossi di pianto o di polline, prima che uno scuro metta la sigla finale allo show. Padre delle acque, acque che scorrono tra i pioppi, e scorrono le anatre, scorrono i cavedani che scorrono nelle acque; scorrono le parole scritte, lette, immaginate e mai dette, lasciando tracce nell’aria, nel f

E poi arrivi tu (il bibliotecario)

Pensata, di notte, per chi non riesce a dire le cose che vorrebbe a chi vorrebbe... Troppe pagine piene di storie che io amo sono chiuse tra queste vecchie stanze che profumano di stampe su fogli a colori o di carta ruvida ingiallita dal tempo. Qui le storie inventate si sfidano a dadi, qui c'è posto per un altro diverso finale, mentre il disco che gira ha gli accordi in minore e però io non lo riesco a sentire. E poi arrivi tu, fuori da ogni romanzo, vera come un verbo, vera come una poesia. Ho qui aggettivi presi per sbarcare il lunario, che questa notte in sogno ti faranno mia. Quante parole scritte per fermare un sorriso, e quante lacrime hanno bagnato la carta. Coi congiuntivi non cambierò il mio passato, E adesso sto pregando il mio futuro anteriore. E poi arrivi tu, col metro di una poesia, storia senza un autore, lirica senza le parole. Ho letto avverbi scritti per rincorrere il sole, ma è con la luna che verrei lì a portarti via. Sulle mie l