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Visualizzazione dei post con l'etichetta racconto

Mio cuggino Donaldo

Mio cuggino Donaldo è un tipo molto pratico e disponibile a darmi una mano. Non che lo faccia perchè è un filantropo o un filosofo o, comunque, una di quelle persone lì; solo che a lui piace molto far vedere che ha i muscoloni, i capelli inguardabilmente tinti e l’aria da eterno bellimbusto. Della filosofia a lui gliene importa poco; per me invece conta solo che con lui risolvo i miei problemi. Qualche volta mio cuggino le spara un po’ grosse, come quella in cui disse che in un giorno avrebbe messo pace tra due vicini incazzati perchè non si trovavano d’accordo su dove confinano i loro orti; sono passati ormai due mesi dopo che Donaldo li ha ripresi con verve teatrale, ma quei due sono ancora lì a tirarsi i pomodori che, nel frattempo, sono anche marciti dentro. sono certo che mio cuggino Donaldo vuole tanto bene a me, però non sono l’unico essere amato: ha un amichetto molto attaccabrighe che con la fionda, da casa sua, tira sassi verso una striscia di terra a tutti quelli che ci vivo...

Vuoto - Racconto di Pasqua 2025

I l vuoto. Il nulla. L’effetto di andare a cercare una tomba e trovarsela ribaltata, scoperchiata, vuota. Non è uno dei soliti hangover. Sai, perdi qualcosa e, stranamente, ti senti prima disorientato e poi comincia ad infiltrarsi un po’ di sollievo. E solo allora le preoccupazioni che ti frenavano lasciano spazio alla voglia di fare. E’ risorto, mi dicono qui al sepolcro. Forza, si riparte.

I pesci

I pesci sanno nuotare molto bene negli spazi stretti, dove anche il dubbio è la sola cosa che può passare. I pesci capiscono quando il cuore batte troppo forte e serve anche più aria per vivere; loro, anche se non ci sembra così scontato, sanno cos'è l'ossigeno e come recuperarlo dall'acqua che li circonda, li protegge, li coccola. I pesci sanno andare oltre le apparenze; anche se non puoi accarezzarli, quando ti vengono incontro ti alleggeriscono l'animo; tra tutti poi, solo i trigoni hanno deciso che essere tanto docili e farsi accarezzare fa bene al loro cuore e a quello di chi ha mani e piedi invece che pinne e scaglie. E, anche se non lo credi, i pesci si parlano e ti parlano.  Prova a chiamarli nei momenti un po' così; vedrai che, a modo loro, ti risponderanno e proveranno a farti capire che, nonostante le onde, il mare è infinito e merita di essere vissuto.

Sfere e pedate

Dal momento in cui il genere vivente  homo ha incontrato sul cammino della sua evoluzione terrena l'oggetto geometrico scientificamente denominato "sfera", si è aperta una nuova fase di prosperità e sviluppo. L'ulteriore scatto evolutivo il nostro homo lo ha poi raggiunto quando ha sperimentato come piantare due pali nel terreno oltre ad una traversa orizzontale ad unirli, cercando poi di tirare pedate alla sfera per farla passare sotto quella rudimentale porta. Da quel momento, numerose altre correnti di pensiero logico hanno suggerito ulteriori usi ludici dell'oggetto sfera , anche se con seguiti più modesti rispetto a quelli ottenuti dal pensiero dominante della pedata. Ma perchè il binomio  sfera e pedate ha incontrato tutto questo successo? Ignoti umanisti ritengono che tutto questo sia favorito dal fatto che tirare calci ad un pallone sia un qualcosa di facile da capire e da fare; un gesto quasi istintivo e, in più, accessibile a tutti o quasi. Retroteorie c...

Homeless

Non mi frega nulla delle infiltrazioni dal mio tetto. E meno che meno di quelle piastrelle del bagno che avevano la crepa in mezzo, del pavimento che mi si era un po’ alzato dopo i lavori. E non mi frega ancora nulla delle muffa sulla parete, del cesso che perde, della strada grande dove il traffico non dormiva mai. Ridatemela, la mia casa. Netanyahu o Hamas, io non c’entro un cazzo con nessuno di voi; eppure qualcuno con un colpo la mia casa l’ha tirata giù. Non mi avete lasciato neanche il tempo di portare via qualcosa di intero. E adesso, mentre siete al riparo nelle vostre stanze delle decisioni, io devo vagare lungo i confini di questo non Stato con il solo scopo di salvarmi la pelle, trovare un tetto e mangiare almeno il pane. Mai avrei pensato di rimpiangere le mie muffe sulle pareti, il mio cesso che perdeva, le mie piastrelle rotte. Ripeto, non c’entro un cazzo con voi, con le vostre divinità, con la vostra idea di giustizia. Resisterò, sì, resisterò vivendo solo per ricostrui...

King save God (Il Re salvi Dio)

Hyde Park, Londra: camminando tra sentieri e scoiattoli che ti fanno da apripista arrivi poi allo speakers' corner. Generazioni di studenti ne hanno sentito parlare, lo hanno dovuto studiare, ci hanno sudato sopra nelle interrogazioni. E' un luogo quasi magnetico, ti attira, solo perchè lo pensi come un luogo misto tra democrazia e folklore dove chi vuole, chiunque, si mette sopra una scala o una sedia e comincia a parlare alla gente. Mentre mi avvicino penso a quali diavolo saranno gli argomenti che appassionano i nostri speaker: forse la politica o lo sport o, che diavolo, Harry Kane che molla il Tottenham e va al Bayern Monaco... No. Allo speakers' corner ci sono solo predicatori invasati che parlano del loro vero Dio, chi sotto la bandiera di Israele, chi con in mano la Bibbia, chi recitando il Corano e le sue sure. Non cambia molto rispetto ad un derby allo stadio, è un tripudio di slogan e di discussioni a voce alta, perchè qui l'obiettivo è avere ragione. Quanto ...

Racconto brevissimo

"Vedo che stai meglio. Riguardati" - disse lei. "Mi riguarderò" - disse lui, rigirandosi verso lo specchio... 

Amica Luna - Racconto di Natale 2022

Mia cara amica Luna, è così difficile oggi per me camminare su questo sentiero, anche se ormai lo calpesto da anni e anni. E' oggi proprio il momento dove sei piena, e la luce d'argento è così chiara, così forte, così intensa stanotte che riesco a vedere anche le ombre proiettate a terra da quelle poche foglie che ancora resistono sui rami, aggrappate con chissà quale speranza a quel pezzo di legno dove passava la linfa per la loro vita. Vorrei che spesso fossi Luna nuova invece, così da non vedere nulla attorno a me; così vincerebbe il ricordo, l'illusione, l'immaginazione di un oggi molto diverso da quello che vedo e vivo. Non posso proprio dare un senso a tutto quello che guardo, a quello che ho visto negli anni, negli occhi, nei volti spenti di chi ho incrociato in questo mio vagare verso il confine, in cerca di chissà cosa, che sia un sorriso o un brodo caldo, un domani più colorato o forse, solo, un perchè a quello che faccio. Noi non abbiamo senso, amica Luna, se...

Monologo davanti al sepolcro vuoto

  E’ folle per me arrivare qui, convinto di visitare una tomba, e invece non trovarci nulla. Niente a cui aggrappare i tuoi ricordi da amico. Niente da accarezzare, nemmeno la pietra fredda buttata lì, come a dire “qui dentro c’è lui, anche se solo con le sue ossa, con i suoi muscoli ormai induriti, con la sua pelle che piano piano diventerà di cuoio prima di consumarsi”. E se lui invece fosse tornato in vita? Voglio crederci, sì, ma non mi basta: anche se fosse, ho bisogno di vederlo ancora, di sfiorarlo. Già, perchè noi uomini non riusciamo a stare da soli, non ci accontentiamo di vivere con le memorie, con i fantasmi. Ci serve, alla fine, sempre un gesto, anche piccolo, che ci faccia percepire come due o più esseri che si fondono in uno. Il nulla, quello sì, che ci angoscia. Ma forse, questa tomba ora vuota, mi sta dicendo che il nulla, da oggi, non esiste più.

Neve - Racconto di Natale 2021

Neve è un cane di taglia media con pochi anni sulle zampe. E’ un labrador bianco con due occhi che ti fanno innamorare; ha vissuto abbandonato da qualche mese nelle immense campagne vicine alla città.  Il suo vecchio padrone infatti era morto da poco solo, nella sua casa isolata, con la sola compagnia delle galline e del maiale tritatutto. Da qualche giorno però Neve ha incontrato un ragazzo. Il ragazzo non arriva a sedici anni ed è solo come lui. Ma, si sa, tra anime belle scatta subito l’intesa. Neve è molto intelligente, ma non ha la minima idea di cosa sia il Natale. Il ragazzo invece sì e, proprio per questo, vorrebbe trovare qualcosa da regalare al suo amico cane. Ma, purtroppo, al momento non ha nulla; solo i vestiti che indossa, strato su strato. L’inverno quest’anno non scherza e il freddo mette a dura prova gli antigelo nei radiatori e la linfa negli alberi. Il ragazzo è stanco di continuare ad aspettare, anche se Neve gli fa sentire meno pesante il senso del tempo. Ecco ...

Sequenze

E così Bob si trovò di nuovo, dopo undici anni, sulla porta di ingresso di una sala di terapia intensiva. Un film che lui aveva già visto, anzi interpretato, che aveva archiviato nella memoria e mai abbandonato. Meccanicamente allora riprese in mano le protezioni per entrare e seguì quei gesti che non si dimenticano mai dopo che per una volta che li hai fatti nella vita. Già, proprio come andare in bicicletta: se hai imparato una volta, rifarlo viene da sè. In sequenza indossò così i calzari, il camice, la cuffia e i guanti in lattice. Era la sequenza inversa rispetto a quella che ricordava di avere sempre seguito undici anni prima. Curioso, pensò. Mentre si sistemava la mascherina su naso e bocca, un dottore gli si avvicinò. “ Sta per entrare nel reparto di terapia intensiva. L’operazione di sua madre è andata bene, questo glielo posso dire. Adesso vediamo come prosegue il postoperatorio .” “ Bene ” disse Bob. “ Guardi - bisbigliò ancora il dottore - il reparto è un po’ particolare. ...

Sala d'aspetto - Racconto d'estate 2021

Sono in sala d'aspetto. Ci sono da una vita. E quindi aspetto, cosa volete che faccia? Mi tocca attendere e allora aspetto, in modo diverso, cose diverse. Così aspetto un treno, ma non come aspetto mia figlia che torna a casa. Aspetto che si raffreddi il the, ma non come aspetto di scrivere una lettera importante. Aspetto una telefonata, ma non come aspetto di vedere la neve cadere d’inverno. O aspetto un giudizio importante non proprio come aspetto che arrivi il postino. Già... Vivere ti insegna a fare una classifica di cosa vale la pena attendere e cosa meno. Adesso l'importante è farmi venire in mente una mossa brillante che stupisca il mio futuro, con cui sto giocando da sempre una eterna partita a scacchi. Provo a spiegarmi: poco fa ho messo un mio cavallo di traverso a proteggere la mia regina, perchè avevo immaginato un attacco diagonale del futuro con il suo alfiere. E lui?  No, non ha spostato l'alfiere, ma ha fatto una mossa da manuale mettendo il mio re in scacco...

Father and Son (Racconto di Pasqua 2021)

Siamo nell’orto del Getsemani, in una sera tranquilla, senza refoli di vento. Le stelle lampeggiano dai loro punti all’infinito. Gerusalemme, oltre le mura, sembra percorsa da una strana energia. Sotto gli ulivi del Getsemani undici persone dormono: le loro gambe e i loro occhi hanno chiesto di fermarsi. Un uomo, solo, angosciato per la sua vita, alterna singhiozzi a forza interiore e si confida con suo padre. Nell’orto c’è anche un altro uomo, che va oltre quel tempo, preso in prestito da un altro secolo. L’uomo ha tre nomi: si chiama Steven Demetre Georgiou, anche se altri lo chiameranno Cat Stevens e lui si ridarà il nome di Yusuf. L’uomo porta con sè uno strumento musicale, a corde, simile all’antica cetra: ecco che pizzica le corde e incomincia a suonare. Il padre e il figlio allora si guardano; gli occhi si inumidiscono e la loro voglia di abbracciarsi passa così attraverso una canzone*.   Father (Padre): It's not time to make a change Non è tempo di cambiare Just relax, take...

Parentesi - Racconto di primavera 2021

Oggi ho visto le prime margherite. Anche se erano solo quelle di uno spartitraffico di un viale di città, ma sono bastate a dirmi che siamo tutti qui, pronti a ricominciare. Il sole mi urla di uscire, il vento spolvera il grigio delle nebbie e aderisce alla forma dei nostri corpi. Quante margherite abbiamo contato assieme, Giulia, ricordi? Sei stata una parentesi, lo so. Ma una sola parentesi non serve a nulla: rende indecifrabili le frasi quando scrivi. Rende impossibili le equazioni, mischia la sequenza delle quattro operazioni. Le parentesi esistono solo a coppie, e dentro il loro abbraccio c'è tutto il senso di quello che racchiudono. Saranno le margherite, sarà lo spartitraffico... Ma io sono qui, tra i pollini e il vento, e aspetto. Perché so che da qualche parte ci incroceremo ancora, e tra le nostre parentesi scriveremo le nostre parole, così vere che chi non aspetta la primavera come noi, nemmeno se le sogna.

Racconto di Natale 2020

Tra il materiale rinvenuto dopo l’ultima esondazione del torrente Seveso, è stato trovato un testo teatrale manoscritto non databile ed appartenente ad autore sconosciuto, che metteva in scena i dilemmi di San Giuseppe, a pochi giorni dalla Natività che ha cambiato la storia. Ve lo riporto integralmente e ve lo offro come dono di Natale particolare in questo particolare 2020. Penombra. Giuseppe è in mezzo alla scena. Alza la testa e guarda fuori dalla finestra, muovendosi come in cerca di qualcuno con cui parlare. GIUSEPPE: Caro il mio Dio, ti devo dire che la trovata dell’Angelo proprio non mi convince. DIO (voce fuori campo): Cosa c’è che non ti torna? GIUSEPPE: Quel Gabriele, sai? Lo hai mandato da Maria, la mia ragazza, la mia donna, la mia sposa. Non so neanche più come chiamarla e che ruolo abbia nella mia vita. E’ stata tua l’idea? Tua, che raccontavi di non desiderare la donna d’altri? DIO: E’ il mio disegno sul mondo. GIUSEPPE: Ok, ne hai facoltà. Solo sarebbe stato carino ...

Frattali - Racconto d'inverno 2020

 “Se guardi un ramo di un abete, ma solo se lo guardi attentamente, riesci a vedere che ogni rametto contiene in sè la stessa forma dell’albero di cui quel ramo è una piccola parte. Se poi l’inverno è buono e ci regala la dama bianca, allora lascia quel maledetto smartphone e prova a camminare nella nevicata. Fermati sotto l’abete e comincia a guardare i fiocchi che accarezzano i suoi rami.  Non vederli, ma guardali: ti accorgerai che ogni piccola punta del fiocco contiene in sè la stessa forma del fiocco di neve di cui è una parte. Fermati allora sotto l’abete con la neve e comincia poi a guardarti dentro: vedrai che ogni tua piccola parte, ogni tua cellula, ti appartiene, ti contiene e dà forma a quello che tu sei, per come lo sei, nell’universo. Lo stesso universo dell’abete e del fiocco di neve. Non ti sembra un buon motivo per staccarti dal virtuale e buttarti un po’ dentro il reale?” “Sì papà. E spero che nevichi presto.”

Preghiera mascherata

Sì, Signore, sono sempre io. Sono quello strano, col nasone, che ogni tanto ti cerca e poi ti molla. Ti molla ma poi bussa sempre a questa tua porta che non è mai chiusa; spesso è accostata, sì, ma da quella fessura passa comunque un po' di luce. Sono sempre io, Signore, sotto questa benedetta mascherina che mi copre mezza faccia e lascia liberi solo gli occhi. Vedi: ormai ci sono rimasti solo gli occhi per vivere un po' di poesia.  Mascherati da sala operatoria tutto passa dagli occhi, che ormai sono diventati il riassunto di quello che siamo. In questi mesi difficili abbiamo dovuto mettere in quarantena gli abbracci ed i sorrisi, le uniche cose belle che ci fanno sentire importanti per gli altri. Ma Dio mio, come si fa, Signore, ad amare senza gli abbracci ed i sorrisi? Lo sai anche tu che le parole da sole non ci bastano. Le parole, Signore: passano dai fori delle mascherine e viaggiano e nell'aria, dove  possono portare ancora più distanza, ancora più assurdità tra noi ...

Back to school - ritorno a scuola

Era finalmente tempo di ritornare a scuola, dopo molti giorni passati a distanza. Il Maestro Socrate, di suo, aspettava il discepolo con impazienza perchè, diceva, la conoscenza e la saggezza passano solo attraverso il dialogo ed il confronto. Discepolo: Maestro! Socrate: Bentornato! Ma prima, gentilmente, tira su la mascherina. D: E' comunitaria, fatta da me con le mutande della povera nonna. Buonanima. O serve la chirurgica? S: Faccio finta di non sapere, così so cosa risponderti. Dai, buona la comunitaria. Piuttosto: hai misurato la febbre? D: Maestro... meglio la temperatura ascellare, sublinguale o rettale? S: Sei tu che conosci te stesso: saprai tu dove preferisci infilarti il termometro. Sappi, solo, che la rettale è leggermente più alta. D: Trentasei e due, ascellare, stamattina. S: Ascellare, dunque. Bene, caro mio. Di cosa mi vuoi parlare in questo primo giorno? D: Della vita. S: Cominciamo col botto. D: Maestro, ultimamente ho paura della vita. Ho paura di vivere a bracc...

Non è roba da poco

Alessia ha già camminato per sentieri e per giorni, così non ha voglia di rivedere salite, tornanti e sassi sotto ai suoi scarponi. Lucia sente il lamento dei polpacci: le gambe oggi vorrebbero evitare i molti metri di salita che le abbiamo messo in conto, anche a sua insaputa. Alessia ama la montagna: certo, la amerebbe di più se fosse un po' più piatta e se il suo zaino fosse più leggero. Lucia si diverte a studiare scienze e geografia; sa che oggi si trova in un laboratorio di scienze all'aperto e che incontrerà laghi alpini, resti di morene, quel che rimane di antichi ghiacciai.  Nomi che forse sono stati solo fotografie su un libro di testo, ma che finalmente può vedere come sono fatti per davvero. Brad è un cane che non ha paura dei sentieri e della fatica: lo vediamo arrivare dietro di noi e salire su per il sentiero verso il rifugio. I padroni di Brad non hanno paura delle persone che non conoscono: capiscono che Alessia vorrebbe Brad per sè. Et voilà, lasci...

La parte mancante (Racconto di inizio estate 2020)

Era la sera più lunga dell'anno:  da quel giorno, la luce sarebbe calata sempre prima, e così fino all'inverno che sarebbe dovuto arrivare. Stavo bevendo dell'ottimo chinotto con ghiaccio: on the rocks, per farla moderna. Le bollicine segnavano il percorso dalla gola allo stomaco: era uno spettacolo sentire il percorso che stavano tracciando lungo tutto l'esofago. Non ci vuole molto per essere in pace con l'universo, pensai. "Ehi, tu! Pensi di essere arrivato. Guarda invece che sei solo un ingranaggio del sistema." Mi girai di scatto, dove prima non c'era nessuno. Ora, da lì, un ragazzino mi guardava dall'alto dei suoi dodici o tredici anni; almeno, così, pensavo. Riprese: "Tutto ti si muove attorno e magari non te ne accorgi. Non guardare solo le cose dalla tua posizione." "Scusa - le parole uscivano a stento dalla mia bocca - ma chi ti manda?" E lui: "Non l'hai capito! Non guardare la realtà solo con le lenti dei tuoi...