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Visualizzazione dei post con l'etichetta estate

La parte mancante (Racconto di inizio estate 2020)

Era la sera più lunga dell'anno:  da quel giorno, la luce sarebbe calata sempre prima, e così fino all'inverno che sarebbe dovuto arrivare. Stavo bevendo dell'ottimo chinotto con ghiaccio: on the rocks, per farla moderna. Le bollicine segnavano il percorso dalla gola allo stomaco: era uno spettacolo sentire il percorso che stavano tracciando lungo tutto l'esofago. Non ci vuole molto per essere in pace con l'universo, pensai. "Ehi, tu! Pensi di essere arrivato. Guarda invece che sei solo un ingranaggio del sistema." Mi girai di scatto, dove prima non c'era nessuno. Ora, da lì, un ragazzino mi guardava dall'alto dei suoi dodici o tredici anni; almeno, così, pensavo. Riprese: "Tutto ti si muove attorno e magari non te ne accorgi. Non guardare solo le cose dalla tua posizione." "Scusa - le parole uscivano a stento dalla mia bocca - ma chi ti manda?" E lui: "Non l'hai capito! Non guardare la realtà solo con le lenti dei tuoi...

Racconto di inizio estate 2019

I primi caldi, i primi gelati, le prime volte in braghe corte. Il mio corpo non è ancora del tutto pronto ad accogliere su di sé temperature che danzano attorno ai 30 gradi. I movimenti si fanno più lenti e così anche i pensieri. Anzi, i pensieri si fanno via via sempre meno complessi. Come si fa d’estate con i vestiti, la testa toglie tutto quello che non è essenziale e rimane solo con quel poco e indispensabile che ci fanno stare vivi. Così, all’ombra di un bagolaro, guardo tra una foglia e l’altra il poco cielo che si svela e le nuvole che lo imbiancano a tratti. La luce del sole e la pioggia dalle nuvole sono ciò che conta veramente per quel bagolaro. E così ho colto, finalmente, un pezzo di essenzialità.

Racconto di inizio estate 2018

Sono qui, e posso guardare il mare. Anzi, il mare mi circonda. E’ parte di ogni mio respiro, con il vapore di acqua e sale che mi appartiene, entra nei miei polmoni e diventa me. La mia pelle si è fatta più secca oggi, da quando il vento ha cominciato ad accarezzarmi. Guardo in fondo la linea che separa il mare dal cielo, dove due azzurri diversi si confondono ed entrano l’uno nell’altro. Dove finisce il primo e dove inizia il secondo? All’infinito, forse. E’ così anche per ognuno di noi: dove finisco io e dove inizia l’altro? Guardo il mare, ma i miei occhi oggi non brillano, non lo riflettono. Da un mese ormai la nave su cui appoggio i miei piedi non ha un porto dove attraccare. Ho visto il mare di Libia e mi dicono che abbiamo solcato il mare d’Italia; forse vedremo il mare di Spagna o quello di Francia. Sono qui, con altri uomini, cullato dalle onde: rollio e beccheggio mi riportano alle braccia di  mia madre.

Arie di vacanza

Ora, è mezzogiorno, c’è tramontana. Il maestro prende il suo aquilone: è noto, cosa da qualche euro. Da mezzanotte sarà schiavo solo di Eolo e non del Greco. Altrimenti sarà buriana andando verso levante. Cosa vuol dire questo piccolo scritto?  Nulla, ma forse si capirà qualcosa di più guardando qui: http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/4/46/Rosa_dei_venti_05.jpg