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Visualizzazione dei post con l'etichetta Natale

Lettera dalla prima linea - racconto di Natale 2024

Veloce, come una raffica di vento che sposta la bandiera da un lato all’altro dell’asta che la lega a terra... Così ogni mia giornata cambia rapida di direzione, sempre in allerta, come da quando mi hanno messo qui, in questa fetida vita di prima linea. E allora passo le mie notti e le mie giornate a immaginare quello che sarà di me tra qualche giorno, tra qualche ora, mentre spero che il destino non mi abbia preparato qualcosa di diverso. Così adesso scrivo queste poche parole per passare il tempo prima che qualcuno o qualcosa mi assalga, nella vigilia di un Natale che si presenta con poche speranze. A poca distanza da me da me ci sono altre persone che non conosco; alcune sono anche pronte a prendere la mia vita per mantenere la loro. In queste lotte tra nani e giganti ci affrontiamo credendo ognuno nel proprio dio, messo sul tavolo per mostrare chi ha quello più potente. Non so, non potrò mai sapere cosa sarà di me domani, se sarò a bermi un chinotto su un tavolo in piazza o in giro...

Luce chiara. Racconto di Natale 2023

Giorno 24, mese di Dicembre, di un anno non troppo distante da qui. Secondo pomeriggio, quando il secondo pomeriggio lascia il posto alla prima serata. Il cielo è adesso così limpido dopo questa giornata di vento teso che, oggi, ha soffiato tutto il giorno. Il vento da queste parti può essere un grande spazzino e, come uno spazzino, lavora per togliere polveri, foglie, pensieri, pianti. Le stelle disegnano ancora nel cielo, come da tempo immemorabile, forme e percorsi che l'uomo ha chiamato con nomi di creature, oggetti, eroi. Una luce più chiara delle altre, con una lunga coda luminosa, forse una grande stella, sembra rimanere come sospesa nel vuoto, ferma sopra un piccolo gruppo di case del villaggio isolato. Nella scena il tempo sembra fermarsi, i respiri rallentano, i cuori cambiano il ritmo dei loro battiti. Nel villaggio isolato una piccola famiglia, padre, madre e un figlio di pochi giorni, stanno vivendo questa scena. La luce più chiara diventa per un attimo ancora più lumi...

Amica Luna - Racconto di Natale 2022

Mia cara amica Luna, è così difficile oggi per me camminare su questo sentiero, anche se ormai lo calpesto da anni e anni. E' oggi proprio il momento dove sei piena, e la luce d'argento è così chiara, così forte, così intensa stanotte che riesco a vedere anche le ombre proiettate a terra da quelle poche foglie che ancora resistono sui rami, aggrappate con chissà quale speranza a quel pezzo di legno dove passava la linfa per la loro vita. Vorrei che spesso fossi Luna nuova invece, così da non vedere nulla attorno a me; così vincerebbe il ricordo, l'illusione, l'immaginazione di un oggi molto diverso da quello che vedo e vivo. Non posso proprio dare un senso a tutto quello che guardo, a quello che ho visto negli anni, negli occhi, nei volti spenti di chi ho incrociato in questo mio vagare verso il confine, in cerca di chissà cosa, che sia un sorriso o un brodo caldo, un domani più colorato o forse, solo, un perchè a quello che faccio. Noi non abbiamo senso, amica Luna, se...

Neve - Racconto di Natale 2021

Neve è un cane di taglia media con pochi anni sulle zampe. E’ un labrador bianco con due occhi che ti fanno innamorare; ha vissuto abbandonato da qualche mese nelle immense campagne vicine alla città.  Il suo vecchio padrone infatti era morto da poco solo, nella sua casa isolata, con la sola compagnia delle galline e del maiale tritatutto. Da qualche giorno però Neve ha incontrato un ragazzo. Il ragazzo non arriva a sedici anni ed è solo come lui. Ma, si sa, tra anime belle scatta subito l’intesa. Neve è molto intelligente, ma non ha la minima idea di cosa sia il Natale. Il ragazzo invece sì e, proprio per questo, vorrebbe trovare qualcosa da regalare al suo amico cane. Ma, purtroppo, al momento non ha nulla; solo i vestiti che indossa, strato su strato. L’inverno quest’anno non scherza e il freddo mette a dura prova gli antigelo nei radiatori e la linfa negli alberi. Il ragazzo è stanco di continuare ad aspettare, anche se Neve gli fa sentire meno pesante il senso del tempo. Ecco ...

Racconto di Natale 2020

Tra il materiale rinvenuto dopo l’ultima esondazione del torrente Seveso, è stato trovato un testo teatrale manoscritto non databile ed appartenente ad autore sconosciuto, che metteva in scena i dilemmi di San Giuseppe, a pochi giorni dalla Natività che ha cambiato la storia. Ve lo riporto integralmente e ve lo offro come dono di Natale particolare in questo particolare 2020. Penombra. Giuseppe è in mezzo alla scena. Alza la testa e guarda fuori dalla finestra, muovendosi come in cerca di qualcuno con cui parlare. GIUSEPPE: Caro il mio Dio, ti devo dire che la trovata dell’Angelo proprio non mi convince. DIO (voce fuori campo): Cosa c’è che non ti torna? GIUSEPPE: Quel Gabriele, sai? Lo hai mandato da Maria, la mia ragazza, la mia donna, la mia sposa. Non so neanche più come chiamarla e che ruolo abbia nella mia vita. E’ stata tua l’idea? Tua, che raccontavi di non desiderare la donna d’altri? DIO: E’ il mio disegno sul mondo. GIUSEPPE: Ok, ne hai facoltà. Solo sarebbe stato carino ...

Racconto di Natale 2018

Tutto quello che poteva portare in dote, semmai avesse voluto sposarsi, stava schiacciato alla rinfusa dentro ad un vecchio zaino verde. Era fiero di sentirsi cittadino del mondo, anche se una parte di quel mondo, misto di armi e finta religione, lo aveva mozzato delle sue radici. Oh happy day Oh happy day When Jesus washed... Sapeva di essere in una posizione debole, di non essere nessuno perché non produceva ricchezza, non lievitava prodotti interni lordi. Di professione si definiva osservatore di stelle, lavoro prezioso per chi non vuole rimanere ancorato alle cose terrene. When Jesus washed Oh, when he washed He washed my tears away... Di lacrime ne aveva versate molte, troppe; quasi tutte quando quella maledetta pallottola tirata da un cecchino gli aveva azzoppato una gamba. Era stato un indimenticabile bacio caldo sulla pelle. He taught me how  To watch, fight and pray And live rejoicing every day… Trasportando se stesso e il suo z...

Racconto di Natale

Nuove cose: Bobbysquare legge Bobbysquare... Oltre a leggere, puoi anche ascoltare il racconto da qui, come un minimini audiolibro . Non vi dico qual è il mio nome, ma sappiate che sono un Re Magio. Precisamente il quinto del gruppo. Tutto vero, anche se nei Vangeli ne vengono descritti tre, e qualche tradizione orientale racconta che in realtà ce n’erano quattro. Di me non si dice niente da nessuna parte, anche perchè oggi mi sono perso. Sì, sono perduto qui nel deserto, solo con il mio dromedario che rumina tutto il santo giorno. Beato lui, ha pochi pensieri. E’ stato Melchiorre a farmi perdere la strada. Dovevo immaginarmelo, visto che, a detta degli altri tre, di astronomia lui non ci capiva un cazzo. “Segui la cintura di Orione - mi ha detto - e troverai così l’oasi e acqua per il tuo dromedario”. Poi mi ha indicato due o tre stelle a caso della volta celeste e io, credendogli, mi sono messo a camminare nella loro direzione. E il dromedario dietro. Così ecco il ...

Racconto di Natale 2016

Quanto odio i censimenti... Già: devi prendere i tuoi quattro stracci e metterti in viaggio: e tutto questo solo per dire a qualcuno che esisti, che lavoro fai, dove vivi, e anche quanto ti possono pelare con le loro tasse. E ci vogliono vedere tutti; ognuno di noi deve essere guardato, riconosciuto, registrato sui loro libri. Per questo deve venire con me anche Maria. Mia moglie. E Maria aspetta anche un figlio.  Solo che non è mio. Sì, non è mio e io sono solo una copertura. Prestanome di una luce immensa, forse un angelo, dice lei, certamente di qualcuno di troppo grande. Non mi convince questa faccenda, è ovvio, ma amo troppo Maria per lasciarla. Così siamo qui, io a smoccolare per il freddo e lei col pancione seduta su un asino e trascinata qua e là per dimostrare a chi ci governa che noi, semplicemente, esistiamo. Fa freddo, in Palestina, quest’inverno. Meno male che domani si firma e si torna a casa. Serve solo trovare un letto per una notte; del r...

AUGURAP!

Tu scendi dalle stelle o re del cielo, poi nasci nelle stalle, al freddo e al gelo. Allora sì che c’era il gelo. Gelosi siamo noi non del tuo gelo, non delle stalle ma delle stelle. Mi hanno detto che le hai fatte luminose et belle. Astri del cielo pieno di astri così come in Olanda è pieno di Astrid. Auguri auguri auguri e speriamo che duri sereni siano i cieli, siano i tempi poco duri. Regali regali anche a chi non è regale regalare un regalo a un regale non è regalo reale. A mezzanotte sai che io ti incontrerò Babbo Natale con le renne. E stringerò la musica di Ardez* mentre cercherò il nastrino che splendido il pacchetto nastrerà. E sia la pace e non un giorno di pece. E non sia il pesce la sola star della vigilia, ma cuori, cori, e molto zucchero a velo per te che stai con noi o re del cielo. * Ardez è la nuova icona del rap metropolitano degli anni 2010. Potete ascoltarlo di mattina, presto, su CaterpillarAM, radio 2. Ascolta il rap AUGURAP qui h...

Lettera di Gesù Bambino all'Umanità

Cari amici, ho deciso: quest’anno non nasco. Tanto, penso, non se ne accorge nessuno o, almeno, in pochi. I regali continuate comunque a farveli aspettando quel panzone con la barba bianca, le renne pelose e il vestito rosso: ormai lui per voi conta molto più di me. Poi, nei giorni dove festeggiate la mia nascita, siete anche più incazzosi: partite con l’idea di stare assieme, ma poi litigate e sperate che finisca presto. Su questa benedetta terra non finite nemmeno di ammazzarvi tra di voi e qualche volta mi tirate in ballo pure. Per farmi nascere con un senso basterebbe veramente poco: guardatevi negli occhi, abbracciatevi e sorridete. Tutto qua. Facciamo così: mi prendo un periodo di pausa, saltiamo un anno e vediamo più avanti cosa succede. A presto: comunque, vi voglio bene. A tutti. Gesù Bambino

Era tardi. Racconto di Natale

Era tardi. Tardi perchè stava per arrivare la notte e tardi perchè era una notte invernale. Non avevo ancora finito il mio lavoro, anche se la giornata era stata lunga. Decisi di lasciare perdere ed andarmene comunque: non potevo fare troppo tardi. La luna stava salendo: un vento teso spazzava il cielo e, maledizione, avevo ancora troppe cose da fare. Mia madre, la collina da attraversare, la mia ragazza. Dovevo mettere in fila le cose; ma ero in ritardo e, in qualsiasi modo le avessi messe, avrei comunque sbagliato. Sbagliato perchè non si può passare la collina col buio, non si può lasciare la ragazza per ultima, non ci si può dimenticare di una madre che ti chiede aiuto. Nella confusione la mente cercava di essere fredda, fredda come quella sera. Così, mentre i miei occhi erano catturati da una luna speciale e da una stella che da qualche giorno rimaneva fissa ad oriente, agii d’istinto. Madre, poi ragazza, poi collina… - pensai - potrebbe essere un...

Racconto di Natale

Non spaventatevi se sentite per la prima volta un animale, nel mio caso un bovino adulto, raccontarvi delle cose. Può capitare, se sapete guardare il mondo con occhi diversi. Quello che state per leggere ha dell’incredibile, soprattutto se non siete abituati a pensare che anche gli animali vivono, ragionano, amano a modo loro, come voi e spesso meglio di voi. Ci sono anche qui eccezioni, capirete: dalla medusa che passa tutto il santo giorno a cullarsi, allo scimpanzè che sa far di conto ci passa tutta una serie di specie diverse. Io, in quanto bue, so parlare abbastanza bene. Però scrivo male, nel senso della calligrafia: illeggibile; provate voi a tenere una penna tra gli zoccoli. E allora per scrivere i testi mi faccio allora aiutare dalle scimmie. Così, dopo questo prologo sulla stranezza di un bue parlante, posso cominciare a ricordare quello che ho visto anni fa, in una buia stalla dell’entroterra palestinese. La sera era fredda ed io rientravo a cercare un po’ di calore, ma an...

Racconto di Natale

Era l’antivigilia di Natale. Il turno lavorativo era finito ed era finalmente ora di tornare a casa. Anche quel giorno aveva prodotto “confetti” 9 mm Parabellum. Con quelli portava a casa lo stipendio. Ci aveva comprato regali per moglie e figlie: aveva due femmine e voleva loro un bene dell’anima. Erano poco più che bambine, ma sperava che niente e nessuno gliele avrebbe mai tolte. Uscì dalla fabbrica e salì in macchina. Mentre girava la chiave nel cruscotto guardò attraverso il parabrezza il suo lago e le sue montagne. L’inverno era stato particolarmente avaro di neve. Le cime erano ancora spoglie, tranne qualche raro nevaio. “Cazzo – pensò a voce alta – neanche un fiocco di neve. Non sembra neanche Natale”. Un po’ più a est era sempre l’antivigilia di Natale. Jamila non lo sapeva e giocava con le altre bambine tra le macerie della sua città. Mentre correva aveva sentito un fischio: il sibilo di una 9 mm Parabellum, ma lei non lo sapeva. Poi un forte dolore alla gamba, ...