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Lettera di Gesù Bambino all'Umanità

Cari amici,
ho deciso: quest’anno non nasco.
Tanto, penso, non se ne accorge nessuno o, almeno, in pochi.
I regali continuate comunque a farveli aspettando quel panzone con la barba bianca, le renne pelose e il vestito rosso: ormai lui per voi conta molto più di me.
Poi, nei giorni dove festeggiate la mia nascita, siete anche più incazzosi: partite con l’idea di stare assieme, ma poi litigate e sperate che finisca presto.
Su questa benedetta terra non finite nemmeno di ammazzarvi tra di voi e qualche volta mi tirate in ballo pure.
Per farmi nascere con un senso basterebbe veramente poco: guardatevi negli occhi, abbracciatevi e sorridete. Tutto qua.
Facciamo così: mi prendo un periodo di pausa, saltiamo un anno e vediamo più avanti cosa succede.
A presto: comunque, vi voglio bene.
A tutti.

Gesù Bambino

Commenti

  1. Caro Gesù Bambino, piccino picciò ("eeeeh?" "no, niente, scusa, è una roba che ogni tanto comincio un discorso e scivolo a canticchiare qualcosa di quand'ero giovane" "....?!?" "Fa niente, Gesù, proseguiamo").

    Senti, ma quando mai te n'è fregato qualcosa di essere tu il protagonista? Nei secoli del predominio politico e culturale del cristianesimo sull'Occidente? Ma non era mai stata una tua preoccupazione, magari solo dei tuoi rappresentanti.

    Senti, leggi qua (lo sai l'inglese? anche quella specie di inglese che parlano a Boston?):

    http://www.slate.com/articles/life/faithbased/2008/12/no_reason_for_the_season.html

    Hai visto, ci guardiamo negli occhi, ci abbracciamo e sorridiamo anche senza bisogno di te. Quello che volevi l'hai ottenuto, puoi anche metterti un po' in disparte, anzi, in periferia, come usano dire adesso i tuoi rappresentanti.

    Guarda, se invece è solo una questione di gelosia verso quel vecchio panzone che si mette prepotentemente al centro, ti cito due maestri di vita più acuti di Torie Bosch.

    Il primo si chiama Jorge, ma si fa chiamare Francesco da un po' di tempo. Senti cosa dice:

    Io sono convinto di una cosa: i grandi cambiamenti della storia si sono realizzati quando la realtà è stata vista non dal centro ma dalla periferia. È una questione ermeneutica: si comprende la realtà solamente se si guarda dalla periferia, e non se il nostro sguardo è posto nel centro equidistante di tutto. Per capire davvero la realtà dobbiamo spostarci dalla posizione centrale che ci dà sicurezza e dirigerci verso la zona periferica. Stare in periferia aiuta a vedere e capire meglio, a fare un’analisi più corretta della realtà, rifuggendo dal centralismo e dagli approcci ideologici.

    Quindi, chissenefrega dei vecchi panzoni che si mettono al centro.

    Il secondo maestro di vita in realtà sono quattro, e wikipedia li definisce "il primo gruppo cabarettistico della storia italiana", o qualcosa del genere. Ascolta la canzoncina fino in fondo:

    https://www.youtube.com/watch?v=i5P9jp-utD8




    Quindi, Gesù, tu nasci. Tanto fra due settimane è tutto finito, il vecchio panzone sparirà e comincia la vita reale.

    Dai, dai, dai, Gesù, me le hai insegnate tu queste cose, che devo venire io a dirtele?

    Michael Gilhaney

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