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Visualizzazione dei post con l'etichetta Alessia

Doppia cifra per Alessia

Dieci anni fa, dopo una telefonata, uscivo dall'ufficio salutando i colleghi e dicendo loro che avrei detto appena possibile quando avrei fatto ritorno. Dieci anni fa Alessia, con i suoi quasi otto etti e le sue 26 settimane, veniva tolta da quell'utero in cui non voleva proprio stare e iniziava a suo modo la nostra avventura con noi. Oggi anche lei passa in doppia cifra. Oggi, in punta di piedi, si fa più grande e si prepara ad entrare sempre più in quel mondo che lasceremo in mano a lei e agli altri bambini di oggi. Riguardo come un film questa storia lunga 10 anni e posso dire che non me la sarei immaginata così. Chissà se anche chi ha accompagnato Alessia, da vicino o da lontano, prova questo stesso mio stupore. E, comunque sia, le mi ha insegnato a resistere fino in fondo. Sì, perchè lei ne è capace; io posso solo umilmente provarci. PS: E' da questpo blog, quasi 10 anni fa, che ho cominciato a raccontare i primi mesi di Alessia A questo link si ...

La nostra stanza

Scritta così, in una sera di pioggia, quando tutti in casa ormai dormono... Ricordi com’era la nostra stanza, le sue luci, i suoi aromi, i suoi colori, i nostri respiri che la riempivano, la attraversavano: ritmati, forzati, ascoltati. La nostra stanza, dove battevano i nostri cuori con il ritmo della vita, con i suoni della speranza di lasciare quelle quattro mura sai, un po’ rifugio e un po’ prigione, spazio per amare. E, noi mai troppo vicino, nei nostri letti, con le mani che non si sfioravano, con gli occhi che non si cercavano, con le nuvole che non si vedevano. Ricordi com’era la nostra stanza, quando l’abbiamo lasciata ad altri, uno alla volta, uscendo piano, senza turbare i gesti mai fatti, le parole non dette, le speranze mai rotte. Ora ti rivedo, felice altrove da quella stanza. E non posso fare altro che gioire, in silenzio, lontano, con te. NB: piccola postilla, scritta dopo alcuni suggerimenti fatti dagli amici. La stan...

Scrivere per vivere, scrivere per raccontare

E' incredibile, ma in questi ultimi giorni ho ripreso a leggere prima di addormentarmi. Ho finito giusto ieri sera di leggere il racconto di Massimo Gramellini "Fai bei sogni". Tutto si gioca attorno ad un intreccio tra il dramma vissuto da un bambino che perde la mamma ed il percorso che il bambino, ormai diventato uomo, deve fare per scoprire le verità e superare le difficoltà che, spesso, sono interiori. Mentre scorrevo le righe, specialmente verso la fine, pensavo ancora una volta alla forza della scrittura, a come si riesca, mischiando quegli atomi che sono le lettere, a costruire parole, a raccontare storie, a condividere emozioni. Questo mi sta molto a cuore: è un po' quello che, nel piccolo, ho provato nello scrivere quelle pagine sulla nascita di Alessia. Scrivere per rivivere, scrivere per comunicare, scrivere per conoscere meglio se stessi, scrivere per aprirsi agli altri. E' una medicina dell'animo, la scrittura: trasmette emozioni, accomun...

La retrospettiva della Pimpa

Marx è morto, Dio è morto e anche io comincio a non sentirmi troppo bene.  Parafrasando Woody Allen e una delle sue migliori battute, dopo aver visto l'influenza fare il giro di tutti i componenti della famiglia, sapevo che il prossimo sarei dovuto essere io. Mi illudevo di resistere, di tirare fuori in difesa qualche globulo bianco di prima scelta. Invece, nulla. Domenica sera mi arriva la febbre e mi dà il suo benvenuto con una sensazione di ossa mischiate e poi rimontate al posto sbagliato. D'accordo, mi dico, per un paio di giorni sarò a casa.  Condividerò le mie ore con Alessia, a casa anche lei per febbre. Niente progetti di film in TV o di letture sulla poltrona: la presenza di Alessia prevede visioni della Pimpa, disegni, puzzle, stato di veglia costante per evitare che allaghi il bagno aprendo l'acqua del bidet. La Pimpa resiste, inossidabile, tra generazioni, come il debito pubblico. Eppure, tra quei colori e quegli oggetti che si animano solo q...

Fiocchi

La neve scende mentre scrivo. Sono più i fiocchi o le parole che ho detto, letto o scritto fino ad oggi? Guardo la neve. Due anni fa nasceva Alessia: il freddo, il ghiaccio, i fiocchi erano gli stessi. Fil rouge. Vorrei uscire, camminare tra i fiocchi che scendono o pedalare nei viali del parco. Bagnarmi di neve, sentirmi parte di quello che vedo. Vorrei scrivere, ma la tentazione di guardare i fiocchi cadere è troppo forte. C'è questa parte bambina in me che ancora si meraviglia nel vedere una strada che si imbianca. E' questa, penso, che fa andare avanti anche il resto di me stesso. E nevica ancora.

C'è chi legge ancora di Alessia...

Ieri, dopo aver messo a letto le bimbe Alessia e Lucia, curiosavo dopo le 23 nel web, giusto per rilassarmi un po'. Navigando qua e là sono passato anche per la pagina delle statistiche di questo mio blog; ho potuto vedere (con un sottile senso di soddisfazione, non lo nego) che vengono ancora letti alcuni post vecchissimi che raccontano la nostra storia assieme ad Alessia. Quei post sono i capitoli di un piccolo libro che avevo scritto per lo scorso Natale, passato un anno dalla nostra avventura di vita, e lo avevo stampato e regalato ad amici e persone care. Scrivere quelle pagine è stato più che altro viaggiare dentro di me. Ho pensato allora di mettere sul blog la possibilità di scaricare il file pdf del libro cliccando su questo link. Se qualcuno vuole farmi sapere poi se lo ha letto e cosa ne pensa, può commentare il post o scrivere al mio indirizzo mail .