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Scrivere per vivere, scrivere per raccontare

E' incredibile, ma in questi ultimi giorni ho ripreso a leggere prima di addormentarmi.
Ho finito giusto ieri sera di leggere il racconto di Massimo Gramellini "Fai bei sogni".
Tutto si gioca attorno ad un intreccio tra il dramma vissuto da un bambino che perde la mamma ed il percorso che il bambino, ormai diventato uomo, deve fare per scoprire le verità e superare le difficoltà che, spesso, sono interiori.
Mentre scorrevo le righe, specialmente verso la fine, pensavo ancora una volta alla forza della scrittura, a come si riesca, mischiando quegli atomi che sono le lettere, a costruire parole, a raccontare storie, a condividere emozioni.
Questo mi sta molto a cuore: è un po' quello che, nel piccolo, ho provato nello scrivere quelle pagine sulla nascita di Alessia.
Scrivere per rivivere, scrivere per comunicare, scrivere per conoscere meglio se stessi, scrivere per aprirsi agli altri.
E' una medicina dell'animo, la scrittura: trasmette emozioni, accomuna e a volte allontana, crea dubbi o conferma certezze, ma costringe le persone a farsi delle idee.
Questa mattina, pedalando verso l'ufficio, ripensavo ancora a quello che il racconto di Gramellini mi aveva lasciato in eredità: richiudendo il libro mi era tornata, con una buona dose di emozione, la voglia di gustare questa vita.

Se volete leggere (e lo consiglio, anche per lo stile con cui è scritto) il libro di Gramellini, a questo link può scaricarne un estratto.
Se volete provare a leggere il racconto della nascita di Alessia, lo potete trovare qui.

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