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Visualizzazione dei post con l'etichetta Expo

No EXPO? - Reloaded

Alla fine ho ceduto: sono andato ad Expo. E per ben due volte. La prima volta perchè Lucia e Alessia chiedevano da un pezzo di vedere l'albero della vita di sera. La seconda, a cinque giorni dalla chiusura, per non buttare via un biglietto giá comprato ad aprile. Alla fine sí, qui lo scrivo, andava visitato. Per i padiglioni, i colori, le persone... soprattutto per le persone. Un frullato di razze, gender, etá, famiglie, scuole, cravatte, giacche e vestiti improbabili. Se questa "bellezza dell'altro diverso da te" è stato il vero valore di Expo (al di lá dei begli intenti sul cibo che si son visti proprio pochino...), allora que viva Expo! Ma, nonostante questo, ho ancora un tarlo, una vocina che mi rode dentro: che sará di quel benedetto piastrone di cemento una volta che avremo spento l'albero e smontato i padiglioni? Per favore non fatemi brutte sorprese e non fatemi ripensare al mio iniziale No Expo... PS: ho passato un po' di tempo a...

NO EXPO?

Ci siamo quasi: l'ora della prova Expo per Milano si avvicina. Non mi ha mai entusiasmato questo Expo. Un enorme piastrone di cemento in un'area che era stata indicata come esondabile dal torrente Guisa. Un progetto realizzato a metà e costato più di quanto si prevedeva. Opere accessorie che saranno consegnate a Expo iniziato, se non già finito. Alla fine di tutto si smonteranno i padiglioni e rimarrà il piastrone, sperando che qualcuno non ci speculi sopra o che non rimanga un deserto di calcestruzzo; sarebbe l'ennesima beffa verso chi chiede meno grandi opere inutili, più verde, più attenzione alla qualità della vita e alle necessità delle nuove povertà che avanzano. Con Expo si dovrebbe mettere sul piatto il tema di nutrire il pianeta; per quello che si vede ora sono stati nutriti, e bene, i soliti meccanismi affaristici. Staremo a vedere. Nel primo giorno di Expo io me ne andrò a correre al parco nord, luogo adatto per nutrire lo spirito di chi vive i...

Memorie di uno staffettista

Parte lo sparo, partono le gambe. Inizia così il mio pezzo di maratona di Milano, la mia frazione della staffetta. 13 chilometri. Sono a Rho o a Pero, non l'ho ancora capito, insieme ad altri 2000 e passa staffettisti; partiamo dalla Fiera, dove i prossimi saranno i giorni del tripudio del mobile. Passo sotto l'arco di partenza, cerco di schivare gli altri staffettisti: i primi metri sono sempre un delirio. Finalmente, con il passare dei metri, il gruppo si sgrana un po'. Mi guardo allora in giro: sono a Rho, ma dove diavolo è l'area dell'Expo? Vedo solo case basse, la strada statale del Sempione, qualche parchetto; nessuno scavo, nessuna piastra, nulla di nulla. Forse sarà da un'altra parte. Forse non riusciranno mai a fare quello che hanno previsto. Ci sono solo la fiera e gli svincoli che ci portano il traffico. Mi viene allora in mente il disegno con le barchette, il progetto di vie d'acqua che voleva farci arrivare in canoa all'area Expo:...