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Visualizzazione dei post con l'etichetta Milano

Apps e non parole!

Tornando dal centro estivo con Lucia sul portapacchi della mia bici, ci infiliamo dentro i vialetti delle piste ciclopedonali del parco Nord. Su un lato della ciclabile c'è lì, bello, nuovo, mai visto, una  catasta di pezzi di legno: un vecchio armadio? Un letto? Una scrivania? Di sicuro spazzatura. Tiro i freni, e ci fermiamo davanti al mucchio di legno. "Lucy, adesso mi aiuti a fare una cosa utile?" "Sì". "Ti faccio fare una foto..." Tiro fuori il mio smartphone ed apro un'applicazione per segnalare ad AMSA i rifiuti abbandonati. Lo smartphone parla coi satelliti, così riesce a capire dove siamo. Scrivo nell'applicazione i dati richiesti e poi passo lo smartphone a Lucy. "Mi raccomando, una bella foto che faccia vedere tutta questa schifezza..." "Va bene. A cosa serve?" "La mandiamo ai signori che portano via la spazzatura..." "Bene, papino..." Lei scatta, mi ridà lo smartphone e io fa...

Il Paese che non vorrei

La settimana scorsa, in occasione di una riunione di ministri UE a Milano, le bici pubbliche di BikeMi sono state addobbate ciascuna con una bandierina di uno dei Paesi dell'Unione. Le bandierine già dopo 3 giorni non si vedevano più e, ancora oggi, si vedono sui manubri i moncherini delle astine in plastica che le reggevano. Non so in quali case, in quali uffici, in quali cassetti siano state messe da chi se le è prese. Non è questo il punto. Ma è che abbiamo la coscienza civica pari a quella di un paramecio. Complimenti; se questi sono gli italiani con il rispetto di ciò che è "pubblico e, quindi, di tutti", PIL o non PIL, non andremo mai lontano. La foto è tratta da www.ilgiorno.it

Memorie di uno staffettista

Parte lo sparo, partono le gambe. Inizia così il mio pezzo di maratona di Milano, la mia frazione della staffetta. 13 chilometri. Sono a Rho o a Pero, non l'ho ancora capito, insieme ad altri 2000 e passa staffettisti; partiamo dalla Fiera, dove i prossimi saranno i giorni del tripudio del mobile. Passo sotto l'arco di partenza, cerco di schivare gli altri staffettisti: i primi metri sono sempre un delirio. Finalmente, con il passare dei metri, il gruppo si sgrana un po'. Mi guardo allora in giro: sono a Rho, ma dove diavolo è l'area dell'Expo? Vedo solo case basse, la strada statale del Sempione, qualche parchetto; nessuno scavo, nessuna piastra, nulla di nulla. Forse sarà da un'altra parte. Forse non riusciranno mai a fare quello che hanno previsto. Ci sono solo la fiera e gli svincoli che ci portano il traffico. Mi viene allora in mente il disegno con le barchette, il progetto di vie d'acqua che voleva farci arrivare in canoa all'area Expo:...

Roma che...

Sono stato per due giorni a Roma alla conferenza degli utenti GIS di ESRI: interessantissima, ma non è di questo che riempirò le prossime righe.  Nel tempo libero dai lavori mi sono immerso, con alcuni colleghi, nelle vie e tra la gente di Roma.  E' stata un'esperienza breve, ma comunque ricca.  Oltre a qualche bella idea sui GIS porto a casa anche un po' di vita vissuta; vorrei raccontarvi in breve questa cosa alla maniera del grande Enzo Jannacci, con qualche riga semiseria che è meno semi di quanto si possa pensare.. . Roma che il viaggio termina alla stazione Termini, oh yeah. Roma che se non dici "cornetto" non ti danno la brioche, oh yeah. Roma che per ogni cosa "sapete qui a Roma come se dice?", oh yeah. Roma che col sole e il vento ti fa sentire quasi al mare, oh yeah. Roma che prendi il taxi e ti fanno sentire come Ayrton Senna, oh yeah. Roma che ha bisogno di tre centrali per illuminare il Cupolone, oh yeah. Roma che con la luna i ...

Elogio della felicità

La gente della mia città è felice. Sorride, mentre rimane nel suo mondo fatato. Stamattina gente che non conosco mi ha guardato e mi ha sorriso. Non so se si rivolgevano a me o alla piccola Alessia mentre, imbacuccata sul seggiolino della bici, stava andando sulla ciclabile per il nido. Il primo uomo felice occupava con sua lunga automobile le strisce pedonali e lo scivolo per i disabili. L'ho guardato, dicendogli "Le strisce!": lui mi ha sorriso, felice, continuando a farsi i cazzi suoi. Poco più avanti un altro signore con il suo scooter si para avanti a me, sbarrando il passaggio della ciclabile. Suono il campanello ma, siccome il campanello non è la tromba di un tir, lui non fa una piega. Gli passo davanti e, con voce un po' altina, gli dico che è in mezzo al passaggio. Ovviamente non si sposta: mentre devo girargli attorno per passare, cerco con i miei occhi i suoi occhi sotto la visiera del casco. Vedo che sorride. Anche lui è felice. Per il rest...

Gioca con noi. IL LABIRINTO

Ciao! Clicca  qui  e scarica il gioco! Aiuta la mamma col passeggino ad andare dal punto A al punto B, se ci riesci, facendo attenzione a tutte quelle auto in divieto di sosta che vedi cerchiate di rosso. Hai a disposizione solo 2 bestemmie e 3 altri alterchi a tua scelta, mentre non hai vite supplementari e quindi non ti conviene stare sulla strada. Anche se lo vorresti, non è permesso rigare le portiere delle auto che ti invadono il marciapiede. Se riesci a risolvere il labirinto, manda pure la soluzione del gioco. Pensa che è tutto vero: siamo a Milano, all'incrocio tra via Durando e via Cosenz. Buona fortuna.

Una sanità per polipi

In principio era il cerotto, poi fu il cotone con il cerotto di carta che te lo teneva stretto al braccio. Ora quei tempi non torneranno più: è il momento di solo cotone idrofilo, che ti devi tenere premuto sul braccio. Stamattina sono andato a fare un prelievo di sangue in un grande ospedale pubblico. Ce ne sono ancora qui in Lombardia: pochi, come i tartufi, ma li trovi. Il problema sorge subito dopo aver fatto il prelievo:  non ti danno più il cerotto per fermare il sangue. Come l’esperienza ci insegna, l’essere umano è generalmente dotato di due braccia: e allora uno deve rimanere steso (quello del prelievo, se vuoi evitare l’ematoma) e l’altro, che ha collegato la mano il cui dito deve schiacciare il cotone, tampona il buco del prelievo. Ma come bisogna fare se, oltre a cercare di fermare il sangue, si deve recuperare la felpa appesa sul portabiti, lo zaino sulla sedia, i fogli con le ricevute del pagamento degli esami sul tavolino? In più bisogna anche vestirsi, la...

Inferno canto 35 - detto del "parcheggiatore stolto"

Mettendo a posto i libri nella libreria mi è tornata tra le mani una vecchia edizione apocrifa della Divina Commedia. Ho riletto con piacere, ritenendolo sempre attuale, il canto XXXV, detto del "Parcheggiatore stolto". Ve lo ripropongo nella versione originale e non commentata: i commenti potete farli voi. Ho intarsiato il post con una foto ai fini puramente allegorici: di situazioni come quelle sono pieni i nostri marciapiedi Mentr’io solevo ritornar dai cari Calcando i piè su strade del mio borgo Si para innanzi cosa senza pari Vicino a me che sbarra il passo scorgo Un ferro per stirare con le ruote E del risorto sole non mi accorgo “Per carità” dic’io, “come si puote Lasciar tal mezzo in mezzo a li coglioni” E questo affronto la coscienza scuote. “Parcheggiator dai gusti poco buoni Che occupasti tutto il marciapiede Capisci o no che fai girar maroni? Già a piedi non si passa e lo si vede Noi intenti a scavalcar cacche di cane E arrivi tu con dol...

Pazza idea di Crapa di Betulla

Così parlò il gran capo Crapa di Betulla: "Se guardo fuori, o se giro per Milano vedo molti cartelli di affitto uffici, vendita case in cantieri nuovi, cartelli di società immobiliari appesi fuori dai cancelli. Ma serve, ora, a Milano tutto questo cemento? Una bella mattina mi sono svegliato, con il sole negli occhi e una strana idea in testa, che già mi girava per la crapa da qualche tempo: visto che parlare di economia verde va abbastanza di moda, perché non cercare un nuovo modo di applicarla anche all’interno delle città? Ecco, ora spiego l’idea: ribaltare un po’ il modo di fare pianificazione urbana. Prendere terreni edificati, abbandonati o da abbattere, o edificabili, trasformarli in agricoli, suddividerli in lotti e darli in affitto ad ortisti urbani. E, perché no, creare una società “immobiliare verde” che si occupi dell’acquisizione e della gestione dei terreni, dove possano trovare posto anche persone diversamente abili. Chissà se rimarrà solo una strana p...