Sono quello strano, col nasone, che ogni tanto ti cerca e poi ti molla.
Ti molla ma poi bussa sempre a questa tua porta che non è mai chiusa; spesso è accostata, sì, ma da quella fessura passa comunque un po' di luce.
Sono sempre io, Signore, sotto questa benedetta mascherina che mi copre mezza faccia e lascia liberi solo gli occhi.
Vedi: ormai ci sono rimasti solo gli occhi per vivere un po' di poesia.
Mascherati da sala operatoria tutto passa dagli occhi, che ormai sono diventati il riassunto di quello che siamo.
In questi mesi difficili abbiamo dovuto mettere in quarantena gli abbracci ed i sorrisi, le uniche cose belle che ci fanno sentire importanti per gli altri.
Ma Dio mio, come si fa, Signore, ad amare senza gli abbracci ed i sorrisi?
Lo sai anche tu che le parole da sole non ci bastano.
Le parole, Signore: passano dai fori delle mascherine e viaggiano e nell'aria, dove possono portare ancora più distanza, ancora più assurdità tra noi in questo oggi così folle.
Fai qualcosa.
Ridacci, per favore, il sorriso e l'abbraccio.
Prendimi pure per matto, ma questo è lo sfogo di quello col nasone obbligato a mettere la mascherina, che ti cerca e poi ti molla.
Facci riappoggiare le penne sul tavolo, per tornare a dare a quello che scriviamo la cornice del sorriso e la comunione dell'abbraccio.
Facci tornare persone: della distanza, francamente, anche tra me e te, non me ne faccio nulla.
NdA. Oggi Alessia ha fatto la sua Prima Comunione, così strana tra regole e distanze: nessuno ha potuto abbracciarla...
Saluti a voi e auguri ad Alessia!
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