Ci sono da una vita.
E quindi aspetto, cosa volete che faccia?
Mi tocca attendere e allora aspetto, in modo diverso, cose diverse.
Così aspetto un treno, ma non come aspetto mia figlia che torna a casa.
Aspetto che si raffreddi il the, ma non come aspetto di scrivere una lettera importante.
Aspetto una telefonata, ma non come aspetto di vedere la neve cadere d’inverno.
O aspetto un giudizio importante non proprio come aspetto che arrivi il postino.
Già... Vivere ti insegna a fare una classifica di cosa vale la pena attendere e cosa meno.
Adesso l'importante è farmi venire in mente una mossa brillante che stupisca il mio futuro, con cui sto giocando da sempre una eterna partita a scacchi.
Provo a spiegarmi: poco fa ho messo un mio cavallo di traverso a proteggere la mia regina, perchè avevo immaginato un attacco diagonale del futuro con il suo alfiere.
E lui?
No, non ha spostato l'alfiere, ma ha fatto una mossa da manuale mettendo il mio re in scacco con la sua torre.
Tanto che c'era ha sorriso, dopo aver capito di avermi messo nella merda; ma, siccome è comunque un signore di vecchie memorie, mi ha anche concesso dodici ore per inventarmi una contromossa.
Ecco perchè ora sto guardando il cronometro, mentre cerco di farmi venire in mente qualcosa di utile.
Non voglio che il mio re finisca accerchiato.
Non voglio uscire dal gioco: è chiaro.
E se finissi veramente matto?
Non so, ma posso dire che almeno la partita l’ho giocata.
Ho ancora undici ore davanti a me e, finchè ho tempo, aspetto, scavando in me per farmi venire quell’idea giusta che salvi il mio re assieme a tutta quanta la baracca.
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