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Ladri di biciclette

Questa mattina la pagina milanese del sito web di Repubblica pubblicava un interessante link ad un filmato girato in diverse zone di Milano: un finto ladro si metteva a rubare biciclette tagliando catene e trefoli alla luce del sole, indisturbato, tra la gente che gli camminava accanto.
Il messaggio era chiaro: guardate come è facile rubare una bicicletta (i tempi vanno da 1 ad una manciata di minuti) e non pensate che basta legarla dove c'è gente per sentirsi più sicuri.
Tutto vero.
Un amarcord mi dice che anche a me è capitato, non in Duomo, ma sulle strade della Bicocca.
Colpa della serratura di un vecchio trefolone rinforzato che si era rotta, ma con la mia bici attaccata a un palo.
Impossibile girare la chiave. L'unica era forzare il trefolo.
E allora, cesoie alla mano, con il mio amico Fabrizio abbiamo passato qualche minuto a tagliare trefoli, mentre pensavo a cosa avrei mai potuto dire a chi passava di lì o, peggio, a una pattuglia di vigili o di poliziotti. Chi passava di lì guardava e tirava dritto.
Di agenti non ne abbiamo visti.
Eppure qualcosa in me è cambiato da quel momento.
Primo: ho deciso che avrei lasciato perdere i trefoli come antifurto principale per legare la bici. Il burro resiste di più.
Secondo: ho capito che le persone spesso vogliono solo stare tranquille, e allora chi se ne frega se davanti a te stanno rubando una bici o se poi compri una bici a soli 20 euri alla fiera di Senigallia.
E allora, che dire?
Se legate una bici in strada vi consiglio di:
- utilizzare un antifurto ad archetto o pieghevole per legare telaio e ruota anteriore (è l'antifurto principale)
- utilizzare un trefolo per legare ruota posteriore e telaio (è l'antifurto secondario).
- utilizzare un trefolo piccolo per legare il sellino al telaio (è quello che vi può salvare le chiappe, parola mia che ho fatto alcuni km senza sellino)
- personalizzare la bici con qualche disegno o simbolo (magari in qualche punto nascosto: poi fate una foto che non si sa mai)


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