E se un giorno i tuoi anni verranno a chiederti il conto, apri la porta e falli entrare. Che si fottano le tue paure: siediti con loro e lascia passare luce da sotto la porta. E lascia che entrino dalla fessura l’urlo gioioso del tuo primo pianto, il gusto ancora vivo del tuo primo bacio, gli occhi e le mani di chi hai amato, le scarpe sfondate per i troppi passi. Lascia entrare la terra che ti ha coperto, l’abisso che ti ha abbracciato, il vento che ti ha modellato le rughe. Quando i tuoi anni verranno a chiederti il conto, tu grida in faccia all’universo che sei carne, sei soffio, sei vita. E che si fottano le tue paure.