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Dakar, Olbia, Milano

La giornata di oggi, senza auto a Milano, prometteva un giro per le vie della città senza essere storditi dai decibel dei motori.
Così, appena la nebbia si è alzata un poco e il sole ci ha fatto capire che esiste e brilla sempre per noi, decidiamo di prendere i mezzi per andare verso Duomo e Castello con le bimbe.
Dura poco: attorno al castello Sforzesco c'è nebbia e, mentre ci buttiamo in via Dante arriva anche il vento gelido.
Per la piccola Alessia potrebbe essere troppo: decidiamo di puntare verso piazza del Duomo e tornare subito a casa.
E' pieno di gente a piedi, di bici: i negozi sono aperti e i soliti ragazzi di colore vogliono venderti di tutto.
Camminiamo spediti finchè non veniamo fermati da Ibrahim: l'abbiamo conosciuto sulle spiagge quest'estate ed ora lo vediamo qui a Milano.
Oggi vende i libri della stampa di strada, al mare vendeva braccialetti e giochi da mare.
Chiacchieriamo un po', e quando vede che porto ancora il bracciale che mi ha regalato al mare gli sorridono anche gli occhi.
Arriva dal Senegal, migrante per lavoro e, qui in Italia, migrante ancora una volta tra il mare in estate e la città in inverno: una sorta di gitano per guadagnare qualche euro.
Non so se è regolare, non gliel'ho chiesto e oggi non mi importa: mi è bastato, ci è bastato, capire che ci siamo un po' ritrovati e accolti.
Non ci ha chiesto di comprare libri, oggi: cercava solo parole e compagnia.

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