Qualche volta i social network servono a qualcosa di utile; giorni fa ho ricontattato, grazie a Facebook, un mio amico e compagno di liceo.
Vive sotto i razzi ad Ashdod, Israele.
Gli ho chiesto se mi può raccontare, senza analisi politiche sull'ennesimo conflitto, come si vive adesso dalle sue parti.
In realtà scrive già su un suo blog, dal quale ho copiato il racconto che vi propongo sotto.
Se volete curiosare di più su quello che scrive in questi giorni il mio amico Davide, ecco l'indirizzo web:
http://codaleone.blogspot.it/
SFOLLATO
Dopo alcuni giorni abbastanza convulsi, finalmente mi rilasso un po' e o voglia di scrivere cosa è successo negli ultimi giorni.
Iniziamo con un po' di cronaca:
Mercoledì vengo chiamato nel pomeriggio dalla scuola perché causa allarme rosso il doposcuola è annullato, un po' di problemi organizzativi tra me e mia moglie, ma la serata passa tranquilla.
Giovedì mattina mia moglie parte presto per il lavoro e io resto con i bambini (scuole chiuse). Alle 7.30 iniziano gli allarmi a raffica e verso le 8, dal rifugio sentiamo un botto molto forte, la villetta vicino a noi ha il secondo piano distrutto.
Seguono una serie di sirene e alla fine, verso le 9.30, riusciamo a partire e andare da Tel Aviv, dove la giornata passa tranquilla (ci evitiamo la sirena di Tel Aviv per un pelo). Rientrati a casa, a parte una sirena, la serata passa tranquilla.
Venerdì mattina, dopo alcuni allarmi, decidiamo di passare lo Shabbat a Gerusalemme da amici per avere tranquillità. In partenza, quando siamo già in macchina, suona la sirena e subito di corsa nel negozio di un parrucchiere. La città è vuota e spettrale. A Gerusalemme il pomeriggio passa tranquillo, fino a quando all'inizio della preghiera per lo Shabbat suona la sirena, la gente incredula si guarda e si mette al sicuro. Partano degli spari di festeggiamenti dei palestinesi di Gerusalemme Est che aumentano la tensione.
Lo Shabbat passa tranquillo, ma dopo abbiamo la notizia che ad Ashdod è andata peggio che lì, quindi decidiamo di accettare l'invito di amici a restare qualche giorno a Gerusalemme. Parto, quindi, a recuperare un po' di cose a Ashdod, arrivato lì, la situazione è incredibile, nessuno in giro, negozi e ristoranti chiusi. nel tempo che raccolgo le cose di prima necessità vengo interrotto da altre sirene. Alla fine riesco a raggiungere Gerusalemme dove sta la mia famiglia.
Vive sotto i razzi ad Ashdod, Israele.
Gli ho chiesto se mi può raccontare, senza analisi politiche sull'ennesimo conflitto, come si vive adesso dalle sue parti.
In realtà scrive già su un suo blog, dal quale ho copiato il racconto che vi propongo sotto.
Se volete curiosare di più su quello che scrive in questi giorni il mio amico Davide, ecco l'indirizzo web:
http://codaleone.blogspot.it/
SFOLLATO
Dopo alcuni giorni abbastanza convulsi, finalmente mi rilasso un po' e o voglia di scrivere cosa è successo negli ultimi giorni.
Iniziamo con un po' di cronaca:
Mercoledì vengo chiamato nel pomeriggio dalla scuola perché causa allarme rosso il doposcuola è annullato, un po' di problemi organizzativi tra me e mia moglie, ma la serata passa tranquilla.
Giovedì mattina mia moglie parte presto per il lavoro e io resto con i bambini (scuole chiuse). Alle 7.30 iniziano gli allarmi a raffica e verso le 8, dal rifugio sentiamo un botto molto forte, la villetta vicino a noi ha il secondo piano distrutto.
Seguono una serie di sirene e alla fine, verso le 9.30, riusciamo a partire e andare da Tel Aviv, dove la giornata passa tranquilla (ci evitiamo la sirena di Tel Aviv per un pelo). Rientrati a casa, a parte una sirena, la serata passa tranquilla.
Venerdì mattina, dopo alcuni allarmi, decidiamo di passare lo Shabbat a Gerusalemme da amici per avere tranquillità. In partenza, quando siamo già in macchina, suona la sirena e subito di corsa nel negozio di un parrucchiere. La città è vuota e spettrale. A Gerusalemme il pomeriggio passa tranquillo, fino a quando all'inizio della preghiera per lo Shabbat suona la sirena, la gente incredula si guarda e si mette al sicuro. Partano degli spari di festeggiamenti dei palestinesi di Gerusalemme Est che aumentano la tensione.
Lo Shabbat passa tranquillo, ma dopo abbiamo la notizia che ad Ashdod è andata peggio che lì, quindi decidiamo di accettare l'invito di amici a restare qualche giorno a Gerusalemme. Parto, quindi, a recuperare un po' di cose a Ashdod, arrivato lì, la situazione è incredibile, nessuno in giro, negozi e ristoranti chiusi. nel tempo che raccolgo le cose di prima necessità vengo interrotto da altre sirene. Alla fine riesco a raggiungere Gerusalemme dove sta la mia famiglia.
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