Sappiate che svegliarsi una mattina, rendendosi conto che la tua vita passata è ormai descritta da una coppia di cifre
che sono numeri primi uguali, fa il suo sporco effetto.
E fa il suo effetto anche sapere che quella descrizione è il prodotto di due numeri primi, e che uno dei due fattori
è formato da una coppia di cifre che sono numeri primi uguali.
Sono pensieri mattutini, semifolli al limite tra l’intelligenza artificiale e la stupidità naturale, lo so.
Forse è questo il segno di un passo in più verso la saggezza che incanutisce i capelli, ammesso che non siano volati via
e non torneranno più?
In questa piovosa giornata, dove il cervello è forse sovraeccitato dagli zuccheri in abbondanza rilasciati da un Kurtoskalacs
(a Budapest lo chiamano così, ma a Praga si chiama Trdelnik) casalingo preparato caldo a colazione,
mi viene da fare l’ennesimo, annuale, puntuale, stato di avanzamento dell’esistenza.
E, data la descrizione della mia età, con la coppia di cifre che sono numeri primi e blaeblaebla, mi è venuto da pensare in un flash
come riprendere in mano questo tempo ed i tempi futuri.
Mi piace disegnarli così:
Il Regno dei Cieli è un torrente di pensieri
La storia della piena che affonda i nostri cuori
Dio che rende chiara l’immagine di un mondo perduto
Il Regno dei Cieli è un torrente di pensieri
La storia della piena che affonda i nostri cuori
Dio ce ne regala un pezzetto per non farci impazzire
Il regno dei cieli è una scatola di foto
L'ombra dell'amore che ci hanno procurato
Dio talvolta scosta il coperchio e ce le lascia guardare
È lo smalto che copre l'evidenza del vuoto
E cancella gli indizi che la vita dell'uomo dentro questo mercato
Non ha significato
E allora ringrazio voi, la vita, gli abbracci, gli auguri, e anche le parole della canzone dei Baustelle,
“Il regno dei cieli” che avete letto qualche riga sopra.
Proprio proprio bello, applausiiii
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