Oggi sono andato ad una festa di "reduci".
"Reduci" della Terapia Intensiva Neonatale di Niguarda, compagni di avventura o di incubatrice di Alessia.
Una ventina di bambini i cui destini si sono incrociati nei primi mesi del 2010 dentro un ospedale e che, a modo loro, ce l'hanno fatta.
Ho guardato nei loro occhi, ho seguito i loro passi incerti e ascoltato le loro prime parole: dentro ogni gesto, dentro ogni suono ci ho visto tutta la voglia di vivere di cui sono capaci.
Grazie a tutti questi "comici, spaventati guerrieri" in miniatura, per dirla come il titolo di un libro di Stefano Benni.
Sono tornato a casa più cosciente di come sia bello, difficile, importante, vivere: anche quando non ci si crederebbe mai.
"Reduci" della Terapia Intensiva Neonatale di Niguarda, compagni di avventura o di incubatrice di Alessia.
Una ventina di bambini i cui destini si sono incrociati nei primi mesi del 2010 dentro un ospedale e che, a modo loro, ce l'hanno fatta.
Ho guardato nei loro occhi, ho seguito i loro passi incerti e ascoltato le loro prime parole: dentro ogni gesto, dentro ogni suono ci ho visto tutta la voglia di vivere di cui sono capaci.
Grazie a tutti questi "comici, spaventati guerrieri" in miniatura, per dirla come il titolo di un libro di Stefano Benni.
Sono tornato a casa più cosciente di come sia bello, difficile, importante, vivere: anche quando non ci si crederebbe mai.
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