Passa ai contenuti principali

Tocch de veder

Venuta così.

In un Agosto da record meteo, tra una massima che sale e una minima che, nemmeno di notte, vuole scendere più di tanto.

In una città che sta ancora a chiedersi che cosa sia quello che che sta succedendo.

E, chiedendeselo, suda. Dio, come suda.




In mezz ai tocch de veder
ho spaccáa sü la mia vita.
Gh’era un teemp prima
E teemp dopu ghe saránn.
Ho cercáa de tiráá una riga,
ho fàa sü dumàa graand dànn.

Gira la storia in brasc a la vida,
passèn i lagrim e passen i scaarp,
passa via el veent che miscia i paróll,
resten i gutt che i umbrej ciapèn no

In mezz ai tocch de veder
guardi e vedi i mèe tusánn.
Principesse del mio regno,
mandùmm via i mustri cattiiv.
Gh'emm de scriiv la nostra storia
cui culuur dei voster ann.

Gira la roeda, passen i straad,
restènn semafori e i mèe verità.
Caden i stèll se hinn no tacaa,
Ma crùus e i legnaad te spèten a càa.

In mezz ai tocch de veder
gh''era un tocch anca de ti.
Ho tràa insèma trì paroll
ho pruvá a guardámm el coer.
Tacàa insèma i tocch de veder
sèmm rivàa e sèmm ripartì.

Gira la tèra, passen i nivùl,
passèn i loen cunt i soo buus.
Resten i omèn, restèn i càn,
resten i oss tucch de sgagnà.

Signuur che t’ho traa via
in mezz ai tocch de veder,
taca insèma la mia vida,
rimett a post i mèe fiuur.
Tra i candèl e una bestèma
tirèmm innànz insèma.



In mezzo ai pezzi di vetro
ho spaccato la mia vita.
C’era un tempo prima
e ci saranno tempi dopo.
Ho cercato di tirare una riga
ho combinato solo danni.

Gira la storia in braccio alla vita,
passano le lacrime e passano le scarpe.
passa via il vento che mischia le parole,
restano le gocce che gli ombrelli non prendono.

In mezzo ai pezzi di vetro
guardo e vedo le mie bambine.
principesse del mio regno,
mandiamo via i mostri cattivi.
Dobbiamo scrivere la nostra storia
con i colori dei vostri anni.

Gira la ruota, passano le strade,
restano i semafori e le mie verità.
Cadono le stelle se non sono attaccate,
ma le croci e le legnate ti aspettano a casa.

In mezzo ai pezzi di vetro
c’era un pezzo anche di te.
Ho messo assieme tre parole,
ho provato a guardarmi il cuore.
Riattaccati i pezzi di vetro,
siamo arrivati e siamo ripartiti.

Gira la terra, passano le nuvole,
passano le lune con i loro buchi.
Restano gli uomini, restano i cani,
restano le ossa tutte da mordere.

Signore che ti ho buttato via
in mezzo ai pezzi di vetro,
riattacca la mia vita,
rimetti a posto i miei fiori.
Tra le candele e una bestemmia
andiamo avanti assieme.

Commenti

Post popolari in questo blog

Coppie di cifre di numeri primi

Sappiate che svegliarsi una mattina, rendendosi conto che la tua vita passata è ormai descritta da una coppia di cifre  che sono numeri primi uguali, fa il suo sporco effetto. E fa il suo effetto anche sapere che quella descrizione è il prodotto di due numeri primi, e che uno dei due fattori  è formato da una coppia di cifre che sono numeri primi uguali. Sono pensieri mattutini, semifolli al limite tra l’intelligenza artificiale e la stupidità naturale, lo so. Forse è questo il segno di un passo in più verso la saggezza che incanutisce i capelli, ammesso che non siano volati via  e non torneranno più? In questa piovosa giornata, dove il cervello è forse sovraeccitato dagli zuccheri in abbondanza rilasciati da un Kurtoskalacs (a Budapest lo chiamano così, ma a Praga si chiama Trdelnik ) casalingo preparato caldo a colazione,  mi viene da fare l’ennesimo, annuale, puntuale, stato di avanzamento dell’esistenza. E, data la descrizione della mia età, con la coppia di cifre che sono numeri

L'odore della calce

Da qualche giorno un sottile odore di calce mi entra nella gola. In ogni respiro che faccio riesco a capire che nell'aria c'è qualcosa di sospeso. Non è successo nulla di strano: stanno solo abbattendo un vecchio edificio davanti a casa per ricostruirne uno nuovo. Eppure questo odore e queste macerie che vedo mi mettono a disagio. Perchè questo deve essere quello che vede e che respira chi perde la sua casa distrutta da un sisma o chi la perde perchè si trova dentro una guerra. Stanotte andrò a letto con qualche pensiero in più.

Luce chiara. Racconto di Natale 2023

Giorno 24, mese di Dicembre, di un anno non troppo distante da qui. Secondo pomeriggio, quando il secondo pomeriggio lascia il posto alla prima serata. Il cielo è adesso così limpido dopo questa giornata di vento teso che, oggi, ha soffiato tutto il giorno. Il vento da queste parti può essere un grande spazzino e, come uno spazzino, lavora per togliere polveri, foglie, pensieri, pianti. Le stelle disegnano ancora nel cielo, come da tempo immemorabile, forme e percorsi che l'uomo ha chiamato con nomi di creature, oggetti, eroi. Una luce più chiara delle altre, con una lunga coda luminosa, forse una grande stella, sembra rimanere come sospesa nel vuoto, ferma sopra un piccolo gruppo di case del villaggio isolato. Nella scena il tempo sembra fermarsi, i respiri rallentano, i cuori cambiano il ritmo dei loro battiti. Nel villaggio isolato una piccola famiglia, padre, madre e un figlio di pochi giorni, stanno vivendo questa scena. La luce più chiara diventa per un attimo ancora più lumi