Siamo ormai nella palude, nell'acqua ferma, nel brodo primordiale.
Viviamo in una situazione di stallo che, forse, nè Kasparov nè Karpov, mostri sacri degli scacchi, hanno mai incontrato nella loro invidiabile carriera.
Veti, coalizioni da rispettare, ammiccamenti e twittate, ego vari da accontentare: tutto fa palude.
Per uscire dalla palude si parla allora di nuove elezioni: ma se non cambia la legge elettorale il deja vù è dietro l'angolo.
Se queste nuove forze politiche dovevano dare una mossa al Paese, al momento non si muove nulla.
Prima gli italiani.
Forse.
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