Passa ai contenuti principali

Ha voluto vivere. La storia di Alessia. VIENI VIA CON ME


Via, via, vieni via di qui..
Vieni via da queste stanze, Alessia. Sta arrivando il momento di venire a casa. La mamma è ritornata da quasi quattro mesi. Avete cominciato la vostra avventura assieme, qui. Eravate due persone in un corpo. Ora siete una persona sola in due corpi.

…niente più ti lega a questi luoghi, neanche questi fiori azzurri…
Hai superato gli interventi a pochi giorni di vita, hai imparato a respirare, a mangiare da sola.
Hai vinto gli streptococchi, hai gettato via le sonde, i gavage, i respiratori, i saturimetri. Non ti servono più, Alessia: stai imparando a crescere. Tra poco si esce.

…via, via, neanche questo tempo grigio..
Sei nata col freddo, ma ti aspettavamo con i primi caldi di maggio. Noi, fuori dall’incubatrice, ti raccontavamo la neve, il vento, il freddo, il ghiaccio e la galaverna. Dio, come è bella la galaverna, Alessia. I prossimi inverni ti ci porto a vederla. Te lo sei meritato.
Adesso è maggio. Tra poco si esce: troverai le rondini e le lucciole; Milano ti offre questo per accoglierti nel mondo.

…pieno di musiche e di uomini che ti son piaciuti…
Quante canzoni abbiamo ascoltato, quante ne abbiamo cantate, sussurrate con te sul petto, mentre il nostro tempo scorreva in terapia intensiva.
Lo ricorderai? Ce lo diremo un giorno…
Tra poco si esce: ricordati un sorriso per tutti quelli che hanno pregato per te, ti hanno aiutato, curato, cambiato, nutrito, salvato.
Non li dimenticare: sono la tua vita.
E quel dottore per cui avevi un debole? E come darti torto, con lo sguardo che ha…
 
It’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful, good luck my babe, it’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful, I dream of you…
E’ un sogno, Alessia. E’ magia, mito, leggenda, vangelo. Tra poco si esce.
Me l’ero sognato, immaginato, preparato, pregustato questo momento.
E’ il mio sabato del villaggio, la mia sera del dì di festa.
Solo quando sarà passato potrò dire al sole, al vento, alle nuvole, al mondo che una parte di me finisce ed una nuova, migliore, ricomincia.
                
…Via, via, vieni via con me, entra in questo amore buio, non perderti per niente al mondo…
Vieni via, Alessia.
E’ ora di abbracciarti, di cullarti, di restare svegli la notte perché piangi.
E’ ora di coliche, vaccinazioni, raffreddori, pannolini, gelosie di Lucia.
E’ ora di completare la nostra famiglia.

…via, via, non perderti per niente al mondo lo spettacolo d’arte varia di uno innamorato di te…
Vieni via, Alessia.
Per te canteremo canzoni stonate, ci vestiremo da clown, leggeremo favole e faremo i versi degli animali davanti allo specchio.
Torneremo tutti bambini.

…It’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful, good luck my babe, it’s wonderful, it’s wonderful, it’s wonderful, I dream of you…
E’ meraviglioso. Non ho altro modo per raccontare.
Lasciamo al silenzio del poco tempo che ci separa dalla tua dimissione il compito di mettere ordine nei nostri pensieri.
Conto i minuti che ci mancano ad uscire.
E gioisco con tutto l’universo.

(12. CONTINUA...)

Commenti

  1. Un amico comune menzionava recentemente la "vostra" storia - perchè non è la storia solo di Alessia - e dava la possibilità di condividerla.
    Ho letto, ho rinnovato emozioni, dolore, disperazione........ molti, molti anni fa questa stessa esperienza abbiamo vissuto.... e il cuore sanguina ancora
    Ho letto, ho gioito per voi, per Alessia, per la Vita.
    ......è bello come scrivi, è bello che le emozioni e i pensieri si vestano di parole e rimangano nella memoria
    Il Signore Vi accompagni sempre sulle vostre strade
    f.

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Coppie di cifre di numeri primi

Sappiate che svegliarsi una mattina, rendendosi conto che la tua vita passata è ormai descritta da una coppia di cifre  che sono numeri primi uguali, fa il suo sporco effetto. E fa il suo effetto anche sapere che quella descrizione è il prodotto di due numeri primi, e che uno dei due fattori  è formato da una coppia di cifre che sono numeri primi uguali. Sono pensieri mattutini, semifolli al limite tra l’intelligenza artificiale e la stupidità naturale, lo so. Forse è questo il segno di un passo in più verso la saggezza che incanutisce i capelli, ammesso che non siano volati via  e non torneranno più? In questa piovosa giornata, dove il cervello è forse sovraeccitato dagli zuccheri in abbondanza rilasciati da un Kurtoskalacs (a Budapest lo chiamano così, ma a Praga si chiama Trdelnik ) casalingo preparato caldo a colazione,  mi viene da fare l’ennesimo, annuale, puntuale, stato di avanzamento dell’esistenza. E, data la descrizione della mia età, con la coppia di cifre che sono numeri

Luce chiara. Racconto di Natale 2023

Giorno 24, mese di Dicembre, di un anno non troppo distante da qui. Secondo pomeriggio, quando il secondo pomeriggio lascia il posto alla prima serata. Il cielo è adesso così limpido dopo questa giornata di vento teso che, oggi, ha soffiato tutto il giorno. Il vento da queste parti può essere un grande spazzino e, come uno spazzino, lavora per togliere polveri, foglie, pensieri, pianti. Le stelle disegnano ancora nel cielo, come da tempo immemorabile, forme e percorsi che l'uomo ha chiamato con nomi di creature, oggetti, eroi. Una luce più chiara delle altre, con una lunga coda luminosa, forse una grande stella, sembra rimanere come sospesa nel vuoto, ferma sopra un piccolo gruppo di case del villaggio isolato. Nella scena il tempo sembra fermarsi, i respiri rallentano, i cuori cambiano il ritmo dei loro battiti. Nel villaggio isolato una piccola famiglia, padre, madre e un figlio di pochi giorni, stanno vivendo questa scena. La luce più chiara diventa per un attimo ancora più lumi

Homeless

Non mi frega nulla delle infiltrazioni dal mio tetto. E meno che meno di quelle piastrelle del bagno che avevano la crepa in mezzo, del pavimento che mi si era un po’ alzato dopo i lavori. E non mi frega ancora nulla delle muffa sulla parete, del cesso che perde, della strada grande dove il traffico non dormiva mai. Ridatemela, la mia casa. Netanyahu o Hamas, io non c’entro un cazzo con nessuno di voi; eppure qualcuno con un colpo la mia casa l’ha tirata giù. Non mi avete lasciato neanche il tempo di portare via qualcosa di intero. E adesso, mentre siete al riparo nelle vostre stanze delle decisioni, io devo vagare lungo i confini di questo non Stato con il solo scopo di salvarmi la pelle, trovare un tetto e mangiare almeno il pane. Mai avrei pensato di rimpiangere le mie muffe sulle pareti, il mio cesso che perdeva, le mie piastrelle rotte. Ripeto, non c’entro un cazzo con voi, con le vostre divinità, con la vostra idea di giustizia. Resisterò, sì, resisterò vivendo solo per ricostrui