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Visualizzazione dei post da 2024

Lettera dalla prima linea - racconto di Natale 2024

Veloce, come una raffica di vento che sposta la bandiera da un lato all’altro dell’asta che la lega a terra... Così ogni mia giornata cambia rapida di direzione, sempre in allerta, come da quando mi hanno messo qui, in questa fetida vita di prima linea. E allora passo le mie notti e le mie giornate a immaginare quello che sarà di me tra qualche giorno, tra qualche ora, mentre spero che il destino non mi abbia preparato qualcosa di diverso. Così adesso scrivo queste poche parole per passare il tempo prima che qualcuno o qualcosa mi assalga, nella vigilia di un Natale che si presenta con poche speranze. A poca distanza da me da me ci sono altre persone che non conosco; alcune sono anche pronte a prendere la mia vita per mantenere la loro. In queste lotte tra nani e giganti ci affrontiamo credendo ognuno nel proprio dio, messo sul tavolo per mostrare chi ha quello più potente. Non so, non potrò mai sapere cosa sarà di me domani, se sarò a bermi un chinotto su un tavolo in piazza o in giro...

Sentinelle

Siamo impasto di atomi mischiato con i sensi, trascinati nel tempo e nello spazio con i nostri drammi ed i nostri scudetti. E siamo sempre in allerta, come sentinelle, pronte a dare la vita per salvare quei legami che ci fanno sentire umani.

Sotto questo verde blu d’Irlanda

Sotto questo verde blu d’Irlanda riabbraccio mia figlia partita da giorni, mentre il centro di Dublino sfidando la torre di Babele, punta l’infinito e squarcia il sole. Sotto questo verde blu d’Irlanda l’umanità si scambia birra e sorrisi. Violini, chitarre, flauti e banjo fondono in concerto l’odore della terra e delle strette strade che ti portano a casa. Sotto questo verde blu d’Irlanda  trovi un Dio che piange perché divide. E le bandiere, i murales, i simboli sono la sua moderna croce dove si uccide la pace tra gli uomini. Sotto questo verde blu d’Irlanda la strada scorre lenta, monastica, il piede percorre le alte scogliere dalla torre lo sguardo cerca il delfino o il puffin mentre un taglio di sole ti ribalta i colori. Sotto questo verde blu d’Irlanda  ho respirato, ho visto, ho cantato,  ho amato, odiato, bestemmiato, provando a scrivere un nuovo atto di questa commedia inspiegabile  che è la mia piccola, volgare, vita.

I pesci

I pesci sanno nuotare molto bene negli spazi stretti, dove anche il dubbio è la sola cosa che può passare. I pesci capiscono quando il cuore batte troppo forte e serve anche più aria per vivere; loro, anche se non ci sembra così scontato, sanno cos'è l'ossigeno e come recuperarlo dall'acqua che li circonda, li protegge, li coccola. I pesci sanno andare oltre le apparenze; anche se non puoi accarezzarli, quando ti vengono incontro ti alleggeriscono l'animo; tra tutti poi, solo i trigoni hanno deciso che essere tanto docili e farsi accarezzare fa bene al loro cuore e a quello di chi ha mani e piedi invece che pinne e scaglie. E, anche se non lo credi, i pesci si parlano e ti parlano.  Prova a chiamarli nei momenti un po' così; vedrai che, a modo loro, ti risponderanno e proveranno a farti capire che, nonostante le onde, il mare è infinito e merita di essere vissuto.

Triple Jump

Contare i passi , e che sian o proprio quelli che servono. Non uno di più. Quelli. Primo volo. Nella testa arrivano i primi dubbi e ancora nuovi calcoli. Primo atterraggio. Secondo volo. Bisogna arrivare là, già si vede la sabbia… Secondo atterraggio. Ultimo volo, come quello di Icaro. Il corpo è adesso pura legge della fisica, è moto uniforme decelerato. Terzo atterraggio, stavolta morbido. La sabbia festeggia l’arrivo. Il tabellone scrive numeri in metri. È già tempo di pensare ai prossimi voli.

Sfere e pedate

Dal momento in cui il genere vivente  homo ha incontrato sul cammino della sua evoluzione terrena l'oggetto geometrico scientificamente denominato "sfera", si è aperta una nuova fase di prosperità e sviluppo. L'ulteriore scatto evolutivo il nostro homo lo ha poi raggiunto quando ha sperimentato come piantare due pali nel terreno oltre ad una traversa orizzontale ad unirli, cercando poi di tirare pedate alla sfera per farla passare sotto quella rudimentale porta. Da quel momento, numerose altre correnti di pensiero logico hanno suggerito ulteriori usi ludici dell'oggetto sfera , anche se con seguiti più modesti rispetto a quelli ottenuti dal pensiero dominante della pedata. Ma perchè il binomio  sfera e pedate ha incontrato tutto questo successo? Ignoti umanisti ritengono che tutto questo sia favorito dal fatto che tirare calci ad un pallone sia un qualcosa di facile da capire e da fare; un gesto quasi istintivo e, in più, accessibile a tutti o quasi. Retroteorie c...

Milk in Italy

 

Lode all'amigdala (racconto di Pasqua 2024)

Sia lode all'amigdala, che mi fa rimanere vivo, sempre a caccia di qualcuno o qualcosa  che mi voglia fare male. Sia lode all'amigdala, che mi fa inventare un nemico, lasciare in mare un migrante, pianificare vendette. Sia lode all'amigdala, che crocifigge anche il giusto, che chiede muri e non ponti, mentre urliamo le nostre idee. Sia lode all'amigdala, che prepara in silenzio alla guerra, che ingrassa chi vende armi, che scrive un'economia così. E tu, sedicente Dio, inchiodato sulla croce, provi a ribaltare le logiche, però il mondo non cerca la tua pace, vuole solo "Patria first", ricchi premi e cotillon. NdA: l'amigdala è una regione del cervello umano responsabile dell'elaborazione delle emozioni, dell'istinto di sopravvivenza, della rabbia e dell'aggressività.

Homeless

Non mi frega nulla delle infiltrazioni dal mio tetto. E meno che meno di quelle piastrelle del bagno che avevano la crepa in mezzo, del pavimento che mi si era un po’ alzato dopo i lavori. E non mi frega ancora nulla delle muffa sulla parete, del cesso che perde, della strada grande dove il traffico non dormiva mai. Ridatemela, la mia casa. Netanyahu o Hamas, io non c’entro un cazzo con nessuno di voi; eppure qualcuno con un colpo la mia casa l’ha tirata giù. Non mi avete lasciato neanche il tempo di portare via qualcosa di intero. E adesso, mentre siete al riparo nelle vostre stanze delle decisioni, io devo vagare lungo i confini di questo non Stato con il solo scopo di salvarmi la pelle, trovare un tetto e mangiare almeno il pane. Mai avrei pensato di rimpiangere le mie muffe sulle pareti, il mio cesso che perdeva, le mie piastrelle rotte. Ripeto, non c’entro un cazzo con voi, con le vostre divinità, con la vostra idea di giustizia. Resisterò, sì, resisterò vivendo solo per ricostrui...

Coppie di cifre di numeri primi

Sappiate che svegliarsi una mattina, rendendosi conto che la tua vita passata è ormai descritta da una coppia di cifre  che sono numeri primi uguali, fa il suo sporco effetto. E fa il suo effetto anche sapere che quella descrizione è il prodotto di due numeri primi, e che uno dei due fattori  è formato da una coppia di cifre che sono numeri primi uguali. Sono pensieri mattutini, semifolli al limite tra l’intelligenza artificiale e la stupidità naturale, lo so. Forse è questo il segno di un passo in più verso la saggezza che incanutisce i capelli, ammesso che non siano volati via  e non torneranno più? In questa piovosa giornata, dove il cervello è forse sovraeccitato dagli zuccheri in abbondanza rilasciati da un Kurtoskalacs (a Budapest lo chiamano così, ma a Praga si chiama Trdelnik ) casalingo preparato caldo a colazione,  mi viene da fare l’ennesimo, annuale, puntuale, stato di avanzamento dell’esistenza. E, data la descrizione della mia età, con la coppia di cif...