Era tardi. Tardi perchè stava per arrivare la notte e tardi perchè era una notte invernale. Non avevo ancora finito il mio lavoro, anche se la giornata era stata lunga. Decisi di lasciare perdere ed andarmene comunque: non potevo fare troppo tardi. La luna stava salendo: un vento teso spazzava il cielo e, maledizione, avevo ancora troppe cose da fare. Mia madre, la collina da attraversare, la mia ragazza. Dovevo mettere in fila le cose; ma ero in ritardo e, in qualsiasi modo le avessi messe, avrei comunque sbagliato. Sbagliato perchè non si può passare la collina col buio, non si può lasciare la ragazza per ultima, non ci si può dimenticare di una madre che ti chiede aiuto. Nella confusione la mente cercava di essere fredda, fredda come quella sera. Così, mentre i miei occhi erano catturati da una luna speciale e da una stella che da qualche giorno rimaneva fissa ad oriente, agii d’istinto. Madre, poi ragazza, poi collina… - pensai - potrebbe essere un...